Invalsi in campo per i «ristori» da troppa Dad

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Il Sole 24 Ore, 14.1.2021.

Gilda Venezia

In alcune regioni come la Campania, dove l’attività didattica è stata sospesa il 16 ottobre e il rientro al 50% in classe comincerà solo il 1° febbraio, gli alunni delle superiori avranno – a quel punto – passato in Dad più giorni (108, vacanze di Natale incluse) dei 94 trascorsi a casa durante il lockdown di primavera. Basta questo dato a spiegare il forcing della ministra Lucia Azzolina per inserire nel decreto Ristori-5 le risorse con cui finanziare i corsi di recupero, pomeridiani e in corso d’anno, per gli studenti di ogni ordine e grado. Del resto, l’esigenza di contenere i danni collegati all’eccesso di didattica a distanza vale sia per i più grandi, che rischiano di accrescere il gap di apprendimenti già subito nei mesi scorsi, sia per i più piccoli, che stanno faticando a immagazzinare perfino le competenze di base in lettura e scrittura. In quest’ottica, entrambe le categorie possono beneficiare del lavoro dell’Invalsi. Sulla base di una doppia tempistica: nell’immediato, sfruttando i test (volontari) di autovalutazione che l’Ististuto ha messo sul sito a metà novembre e che sono stati già compilati da circa 200mila studenti; a settembre, attingendo ai risultati delle prove (obbligatorie) in calendario dal 1° marzo in avanti. Pandemia permettendo.

Quella dell’Istituto di valutazione presieduto da Anna Maria Ajello non è autocandidatura. Il suo coinvolgimento è stato evocato martedì 12 dal presidente dell’Associazione nazionale presidi. E la stessa titolare dell’Istruzione sembra aver aperto in questa direzione. A spiegare al Sole 24 Ore qual è il contributo che potrebbe arrivare dall’Invalsi nel recupero degli apprendimenti è Roberto Ricci, dirigente di ricerca e responsabile Area prove nazionali: «Attraverso le prove che inizierebbero a marzo potremmo dire per ciascuna scuola e ciascuno studente che studente è stato accumulato. Come ha fatto ad esempio l’Olanda». Il suo riferimento va ai test per II e V primaria, III media, II e V superiore in programma secondo la tempistica riassunta qui accanto. Se si riuscisse a rispettare la tabella di marcia prevista ogni istituto potrebbe sapere, entro fine giugno, quanti e quali ritardi ha accumulato nel frattempo ciascun alunno. E, magari, riprogrammare le attività di recupero da mettere in campo a partire dal 1° settembre.

Nel frattempo, sottolinea ancora Ricci, per l’anno in corso si potrebbero utilizzare i test di autovalutazione che l’Istituto ha messo in rete a metà novembre insieme a 30 ore di materiale video per docenti e dirigenti proprio «per fare azioni di ristoro sugli studenti». Una prima risposta c’è già stata. Sono circa 200mila, come conferma lui stesso, gli alunni che ne hanno beneficiato: 100mila delle superiori, 60mila delle medie e i restanti della primaria. Mentre sono 110mila i prof che hanno utilizzato i tutorial formativi.

Nella speranza che la recrudescenza del coronavirus e delle sue varianti non impedisca lo svolgimento delle prove classiche come già avvenuto l’anno scorso, quando solo 50mila studenti di quinta superiore hanno potuto svolgerli regolarmente. Per tutti gli altri i test sono stati sospesi. Con una perdita informativa di cui stiamo pagando il prezzo ancora oggi. «Nel momento in cui non puoi tenere tutti a bordo e devi dunque decidere chi può frequentare in presenza e chi a distanza – commenta Ricci – quei numeri ci avrebbero aiutato a capire chi potevamo lasciare terra».

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Invalsi in campo per i «ristori» da troppa Dad ultima modifica: 2021-01-14T06:21:23+01:00 da

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