Inverno demografico. La prospettiva farà scomparire la scuola?

Gilda Venezia

dal blog di Gianfranco Scialpi, 7.8.2023.

Inverno demografico. La scuola è la prima istituzione pubblica ad impattare con lo scenario. I dati non lasciano dubbi.

Gilda Venezia

Inverno demografico, i dati allarmanti

Inverno demografico. La diretta conseguenza di un Paese che ha smesso di pensare al suo futuro. Le cause sono molteplici e non staremo qui ad analizzarle. Sicuramente il rischio è la progressiva scomparsa della scuola, come affermato da Tuttoscuola (giugno 2023). La rivista calcola che in dieci anni si è persa una popolazione equivalente alla Campania. Le previsioni sono nere. Nel prossimo decennio la popolazione scolastica si contrarrà ulteriormente. Dagli attuali 7,4 milioni di studenti. infatti si passerà a sei milioni (-20%). Questo nel lungo termine.
Il quotidiano Avvenire ( 5 agosto), analizza però la situazione, partendo dalle iscrizioni nella primaria per il prossimo anno. ” il prossimo anno scolastico, undici scuole elementari della Marca non avranno la prima per mancanza di alunni. Anche chiedendo “in prestito” bambini alle altre scuole, non sarebbero arrivate alla soglia minima di 15 scolari, necessari per formare una classe… Il fenomeno è, però, comune a tutta la Penisola. Limitandoci alla prima elementare statale, siamo passati dai 428.055 iscritti del 2022/2023 ai 422.475 del 2023/2024, con una perdita secca di 5.580 alunni”.

Un nuovo profilo della scuola

Lo scenario ormai ritenuto certo comporterà un ripensamento del profilo della scuola. L’operazione ha i suoi risvolti positivi. Innanzitutto è un’opportunità per superare il problema delle classi pollaio. Infatti, il progressivo decremento demografico, favorirà la riduzione degli alunni (si spera). A questo occorre aggiungere anche  la possibilità di articolare diversamente l’attività del docente e non solo. Dichiara  C. Greco (Presidente dell’Indire): “Può essere l’occasione per pensare a un nuovo modello di scuola, impiegando in maniera diversa i docenti e utilizzando meglio spazi e strutture. Gli ambiti di intervento possono essere molteplici.Si può lavorare sulla didattica e sulla formazione degli insegnanti, ma anche sull’organizzazione, sulla gestione degli spazi e sul curricolo. Senza ridurre il numero dei docenti, è possibile, per esempio, intervenire sul tempo scuola, introducendo il tempo pieno anche là dove oggi non esiste e dove, invece, servirebbe, come ci dicono anche gli ultimi dati dell’Invalsi. E ancora. Cambiare modello significa anche pensare che la scuola non debba necessariamente essere “fatta” soltanto la mattina, per dedicare il pomeriggio allo studio solitario, ma che, invece, possa essere rimodulata secondo i criteri della didattica innovativa, più in sintonia con le aspettative degli studenti, che, in questo modo, sarebbero maggiormente motivati“.

 

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Inverno demografico. La prospettiva farà scomparire la scuola? ultima modifica: 2023-08-08T08:13:28+02:00 da
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