di Corrado Zunino, la Repubblica, 12.2.2025.
Appena 38 nuovi iscritti per il liceo sponsorizzato dalla premier. Valditara: “Boom per il nuovo professionale 4+2 con oltre cinquemila adesioni” ma la Cgil replica: “Solo 8 studenti per classe, alcuni corsi neanche potranno partire”. Più adesioni per Scienze umane e Linguistico, scendono l’Artistico e i tecnici
ROMA – Annunciando le scelte fatte per le medie superiori dai quattordicenni italiani, il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara mira dritto sulla sua invenzione, la filiera tecnologico professionale, e scrive: “Noto un importante apprezzamento da parte delle famiglie per la sperimentazione relativa al cosiddetto 4+2 (sono gli anni di studio alle superiori e, quindi, di successiva specializzazione).
“Sono 5.499 richieste, e aumenteranno”
Il ministro scrive, e diffonde in un lungo comunicato: “A conclusione delle iscrizioni online, sono stati registrati 5.449 iscritti al primo anno della filiera, un risultato che segna un aumento straordinario rispetto ai 1.669 dello scorso anno. Il numero è più che triplicato e si prevede un ulteriore incremento nelle prossime ore, dato che le scuole stanno procedendo con la ricognizione delle iscrizioni cartacee. Lo scorso anno, al termine di queste operazioni, il numero era salito a 2.093. Ci attendiamo un ulteriore incremento di iscrizioni alla filiera anche in occasione della formazione delle classi, in seguito alla scelta delle famiglie che potranno sempre privilegiare il 4+2 piuttosto che il percorso tradizionale quinquennale. Lo scorso anno i passaggi dai cinque anni ai quattro sono stati 601, portando a un totale di 2.694 studenti iscritti al 4+2 all’inizio dell’anno scolastico. Pertanto, non è irrealistico pensare”, ha proseguito il ministro Valditara, “che a settembre di quest’anno il numero supererà ampiamente quota 6.000”.
Le 180 scuole “4+2” dell’anno scorso (per 225 percorsi attivati), secondo i dati diffusi dal Mim sono diventate 216 (per un totale di 628 percorsi). “La riforma degli istituti professionali è, dunque, una realtà consolidata che coinvolge oltre 8.000 studenti”, ha concluso il ministro.
Il sindacato: “Molti corsi non partiranno”
Valditara ha voluto mettere in testa al discorso iscrizioni la così tanto spinta filiera tecnico professionale e, a breve giro, gli ha risposto la Flc Cgil, che da sempre segnala “la forte pressione ministeriale sui dirigenti scolastici” per portare classi e poi alunni al “4+2”. Controscrive il sindacato: “L’aumento straordinario raccontato dal ministro significa, facendo un rapido calcolo, che su 628 percorsi attivati quest’anno abbiamo 5.449 alunni iscritti, cioè una media di 8,6 alunni per classe. Se le regole sono uguali per tutti, la maggioranza dei percorsi non riuscirà neanche a essere attivata perché non raggiunge il numero minimo di studenti previsti nella classe. Tenuto conto dell’investimento realizzato dal ministero sulla filiera quadriennale, i risultati raggiunti suonano come la seconda grande bocciatura”.
Il nuovo flop del liceo sovranista
La prima bocciatura, certamente, è quella del Liceo Made in Italy, che registra una crescita online del 10 per cento (38 alunni) sull’anno scorso, quando riuscì a radunare meno di 500 studenti in tutta Italia: 375 iscrizioni presentate online e un centinaio in forma cartacea. Nel 2024 inizialmente chiesero di attivare il nuovo indirizzo 128 scuole, ridotte poi a 92 nella fase delle iscrizioni. Poche riuscirono a formare classi a causa del numero basso di studenti. Gli iscritti online al Liceo Made in Italy, propagandato già in campagna elettorale e quindi presentato dalla premier Giorgia Meloni al Vinitaly di Verona, nell’aprile 2023, l’anno scorso rappresentarono lo 0,08 del totale. Per l’anno scolastico 2025-’26, con trentotto iscritti in più, si passa allo 0,09 per cento. E’ il peggior risultato tra tutti i dodici licei. L’opzione Made in Italy è, ancora, la 33a su 35 tra tutti gli indirizzi proposti.
Di fronte all’insuccesso, l’anno scorso il ministro dell’Istruzione fece introdurre una deroga per aggirare i limiti sulla formazione delle classi, permettendo di crearle con un minimo di 17 studenti e non più 27, come prevedono le regole nazionali. Nonostante questo intervento, molte scuole dovettero rinunciare e gli studenti iscritti al Liceo del Made in Italy finirono nelle classi del Liceo delle Scienze umane. In tutta la Bergamasca, un’area a forte vocazione lavorativa, la proposta fu abbracciata da dieci alunni.
Quest’anno in Friuli Venezia Giulia gli iscritti online sono stati zero. Anche nella Provincia autonoma di Trento non si è raggiunto il numero minimo per formare una classe. In Sardegnagli iscritti sono stati lo 0.01 per cento del totale. In Sicilia sono rimasti solo 2 licei dedicati contro i 17 dello scorso anno, entrambi sono nel Trapanese. La miglior risposta è arrivata dalle famiglie delle Marche, con lo 0,35 per cento delle iscrizioni totali.
Fracassi: “Verso una morte naturale”
“Questa proposta sta andando verso la sua morte naturale”, ha detto Gianna Fracassi, segretaria nazionale della Flc Cgil. “Il governo e il ministero hanno fatto di tutto per sostenere il Liceo del Made in Italy, già lo scorso anno di scarso interesse per gli studenti. L’obiettivo della scuola dovrebbe essere quello di dare valide competenze di base, c’è tutto il tempo per diventare imprenditori dopo le superiori”.
Il Liceo delle Scienze umane indirizzo economico sociale, che nella prima stesura della legge doveva essere soppresso, nel 2025 è ancora in crescita, con il 4,7 per cento delle scelte.
Lo scorso 8 gennaio il ministero aveva pubblicato una nota in cui invitava le scuole a utilizzare il tempo in più per illustrare alle famiglie le caratteristiche del Liceo del Made in Italy, “un elemento di importante innovazione nella complessiva offerta formativa del sistema nazionale di istruzione”.
La spinta valditariana a professionalizzare la scuola del Paese – “da noi persiste una cultura anti-aziendale” – per ora si scontra con i dati generali. Gli istituti professionali restano fermi al 12,7 per cento del totale. Gli istituti tecnici scendono dal 31,6 per cento al 31,3. I licei, invece, crescono, passando dal 55,63 per cento al 56.
In particolare, oltre al già citato Liceo delle Scienze umane, cresce il Linguistico (+0,15 per cento) e continua a flettere l’Artistico(-0,41 per cento sull’anno scorso).
Tra gli istituti tecnici si segnala il perduto appeal dell’indirizzo Informatica e Telecomunicazioni (-0,35 per cento).
Tra gli istituti professionali si certifica uno 0 per cento per l’indirizzo Pesca, commerciale e produzioni ittiche
.
.
.
.
.
.
.
Iscrizioni: crescono i licei ma ancora flop al Made in Italy ultima modifica: 2025-02-13T04:32:06+01:00 da