di Claudio Tucci, Il Sole 24 Ore 8.7.2016
La “rivincita” degli istituti tecnici che soprattutto al Nord-Est e Nord-Ovest si scrollano di dosso l’etichetta di “scuole di serie B” e ottengono ottimi risultati (perfino meglio dei licei); il Centro, che si mantiene nella media nazionale, con punte di eccellenza nelle Marche, e il Lazio che migliora rispetto allo scorso anno, specie nelle scuole del primo ciclo (primarie e medie). Tutto il Sud resta invece in difficoltà, tranne l’eccezione positiva della Puglia, e continua a far registrare comportamenti “anomali”, come l’aiutino dato agli alunni da parte dei docenti nello svolgere le prove: in Calabria questo fenomeno (in gergo tecnico si chiama “cheating”) inizia già alle scuole primarie; in Sicilia e Campania, emerge dalle medie in sù.
Il rapporto
I vertici dell’Invalsi, Annamaria Ajello, Paolo Mazzoli e Roberto Ricci, hanno illustrato ieri al Miur gli esiti delle rilevazioni degli apprendimenti in italiano e matematica svolti a maggio nelle classi seconda e quinta primaria e seconda superiore (in terza media le prove fanno parte dell’esame di Stato di giugno, ma presto potrebbero uscirne). Sul fronte degli apprendimenti si conferma un’Italia a diverse velocità tra le singole regioni. Anche se, rispetto allo scorso anno, quando la sommistrazione dei test coincise con le proteste contro la riforma della scuola all’esame del Parlamento, e ci fu un discreto boicottaggio, quest’anno la partecipazione degli istituti è stata pressochè totale visto che le rilevazioni hanno coinvolto 2,2 milioni di ragazzi, 12.133 scuole, 115.739 classi (di cui 6.750 “campione”, cioè con la presenza del personale ispettivo).
I risultati principali
A livello territoriale, il divario Nord-Sud inizia dalla seconda primaria, per poi accentuarsi nelle classi successive. In genere, si va meglio in italiano, peggio in matematica; e le ragazze ottengono risultati migliori rispetto agli studenti maschi. Entrando un pò più nel dettaglio, le maggiori difficoltà, in italiano, si hanno nell’affrontare testi espositivi, argomentativi e discontinui, probabilmente perchè sono meno praticati nell’attività scolastica. Nelle prove di matematica, invece, è stato dato ampio spazio ai quesiti di argomentazione e di rappresentazione di strategie risolutive poiché essi si riferiscono ad ambiti di competenza strategici. Si confermano risultati ancora non pienamente soddisfacenti e fortemente differenziati nel Paese.
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