dalla Gilda degli insegnanti di Venezia, 6.3.2020
– La didattica, dal medioevo ad oggi, non ha subito grossi cambiamenti come si può notare dal dipinto qui sopra. Vediamo un docente in cattedra che spiega e vediamo che anche gli alunni non sono cambiati: c’è chi sta attento, chi chiacchera e chi dorme.
Ci auguriamo che il coronavirus costringa la scuola italiana ad una riflessione sulla trasmissione dei saperi in un momento dove sembra che l’unica cosa che interessa alle famiglie sia avere un posto dove lasciare i figli.
Il DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI recita: “i dirigenti scolastici attivano, per tutta la durata della sospensione delle attività didattiche nelle scuole, modalità di didattica a distanza avuto anche riguardo alle specifiche esigenze degli studenti con disabilità.”
Quindi non si fa più esplicito riferimento al parere del collegio dei docenti, è fatta salva l’autonomia didattica dei docenti a cui dirigenti non possono imporre quale sia la modalità della “didattica a distanza“: in estrema sintesi possono essere anche esercitazioni e compiti assegnati sul registro elettronico.
Sappiamo perfettamente che la stragrande maggioranza dei docenti, con grande senso di responsabilità, si attiverà, attraverso la didattica a distanza, per continuare il programma in questi giorni di aule deserte, ma vorremmo sottolineare che:
I docenti non si aspettano ringraziamenti, ma neanche di essere costretti a fare cose per cui non sono stati formati, ricordiamo che in tutti gli altri comparti la formazione avviene in orario di servizio ed è ovviamente retribuita.
Siamo sicuri che saranno proposte tantissime attività stimolanti e innovative, peccato che con ogni probabilità non riceveranno neanche un grazie e ricomincerà il mantra dei docenti che già hanno tante ferie e stanno anche a casa solo per un coronavirus qualunque.
Il vero problema è che non si investe nella scuola italiana ormai da decenni.
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La didattica ai tempi del coronavirus ultima modifica: 2020-03-05T05:25:49+01:00 da
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