di Maria Rita Nocchi, agi.it, 2.4.2017
Una scuola inclusiva, che ha intrapreso “una cammino di profonda innovazione”, che ha investito sulla formazione degli insegnanti, sul superamento del gap tecnologico utilizzando le opportunità dei linguaggi digitali, sul raccordo con il mondo del lavoro attraverso l’alternanza. La ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli, interviene nel dibattito nato dalla pubblicazione dei dati dell’Ocse con un articolo “Innovazione e qualificazione della scuola italiana: a che punto siamo?”, nel quale traccia un bilancio di quanto fatto e quanto resta da fare.
Per approfondire: Valeria Fedeli ospite dell’Agi nel forum ‘Viva l’Italia’
Cosa è stato fatto e cosa si deve fare per la scuola
“I dati Ocse, guardati in profondità – sottolinea la Fedeli – ci dicono che le pari opportunità garantite fino agli anni dell’obbligo, si perdono successivamente”. Urge perciò, scrive la titolare dell’Istruzione, continuare ad investire.
L’Agenda Digitale rappresenta cambio culturale
“Alcune realtà hanno immaginato che l’agenda digitale fosse solo l’acquisizione dello strumento in sé e non un cambiamento radicale della cultura. La digitalizzazione della scuola ha un impatto positivo sul mondo dei servizi, del territorio e del lavoro. Oggi il 40% delle professioni mondiali è in via di cambiamento”.
“Tra dieci anni, senza digitalizzazione, le competenze della scuola tradizionale saranno fuori gioco. L’agenda digitale deve dare agli studenti anche i mezzi per orientarsi tra i contenuti immessi in rete. Non esiste che le informazioni acquisite nel percorso formativo possano essere tratte da Wikipedia”
Agenda digitale aiuterà i territori terremotati
Per la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, “l’importanza della digitalizzazione delle scuole nei territori colpiti dal sisma. L’agenda digitale è fondamentale per far tornare competitive quei territori e non farli spopolare”.
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La digitalizzazione della scuola in 8 punti ultima modifica: 2017-04-02T22:01:00+02:00 da
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