di Bruno Ventura, Scuola in Forma, 7.12.2018
– Si assiste sempre più spesso, sui vari gruppi social, a delle discussioni aperte da qualche portale scolastico circa la possibilità che la prossima plenaria in calendario, fissata per il 12 dicembre p.v. possa impattare sullo svolgimento del prossimo concorso straordinario riservato ai diplomati magistrali e ai laureati in Scienze della Formazione Primaria. Sì ipotizzano scenari in cui i diplomati magistrali potrebbero essere confermati in Gae, rendendo inutile la partecipazione al concorso straordinario.
Il lettore più attento, giunti a questo punto, si domanda quale sorte avranno i diplomati magistrali.
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Risulta molto difficile attribuire veridicità alla circostanza or ora descritta. Questo, in via principale, per il fatto che l’udienza del 12 dicembre potrebbe subire un rinvio. Ci risulta che una delle parti proponenti il nuovo ricorso in adunanza plenaria lo abbia chiesto per ottenere la discussione nell’ambito di una udienza pubblica, cioè aperta a tutti. Nel frattempo il concorso straordinario potrebbe compiere il suo primo passaggio, con le mail di convocazione ai colloqui orali inviate a coloro che avranno fatto domanda di partecipazione.
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C’è poi un’altra questione strettamente legata alla componente tempo. La prima udienza dell’adunanza plenaria sarà chiamata a pronunciare un giudizio in fase cautelare, rinviando ad una successiva udienza la discussione nel merito. Facendo un passo indietro sulla tempistica che ha portato fino alla famosa decisione del 20 dicembre 2017 è facile vedere come sia necessario almeno un anno di tempo, salvo rinvii in corso di esecuzione. Per quella data molti docenti potrebbero essere convocati dalle nuove graduatorie di merito regionali, con conseguente depennamento dalle graduatorie ad esaurimento (e non solo). Ricordiamo che con l’immissione in ruolo a seguito del concorso straordinario si perde il diritto a permanere nelle Gae.
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Indubbiamente, la componente tempo risulta determinante per il futuro dei diplomati magistrali. La diversa consistenza geografica delle graduatorie produce prospettive di stabilizzazione molto diverse tra loro. I più coinvolti fra tutti sono i docenti meridionali. La condizione di precarietà nella quale saranno costretti a vivere durerà ancora per tutto il tempo necessario a smaltire le vecchie graduatorie. Ricordiamo che le nuove graduatorie di merito regionali vengono in subordine alle Gae, storicamente stracolme, così come quelle del concorso 2016, di docenti che attendono lo scorrimento in ruolo. L’unica possibilità di strapparli a questa situazione di incertezza che dura da troppi anni è legata ad una veloce esecuzione del nuovo giudizio che i giudici di Palazzo Spada saranno chiamati a pronunciare, nella speranza che questa volta sia positivo.
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