di Andrea Carlino,
“Se un figlio si lamenta per un voto basso, i genitori partono armati di kalashnikov e vanno a scuola”, la provocazione di Gratteri sui genitori: “Comprata l’attenzione, non l’amore con smartphone e sneaker costose”
Nicola Gratteri, procuratore capo del Tribunale di Napoli, è tornato a parlare di scuola e educazione durante un intervento a Next Gen 2025 di Casa Sanremo Bazr. Un intervento di alcuni mesi fa, ma che è diventato virale negli ultimi giorni con tante interazioni sui social.
Con il suo stile diretto, ha criticato l’atteggiamento di molti genitori che, invece di sostenere il lavoro degli insegnanti, attaccano la scuola al primo conflitto. “Se un figlio si lamenta per un voto basso, i genitori partono armati di kalashnikov e vanno a scuola”, ha detto, sottolineando come spesso si arrivi a un “processo per direttissima” contro i docenti.
“Hanno comprato i figli, non dato loro amore”
Gratteri ha puntato il dito contro l’assenza educativa di molti adulti: “Pensano di conquistare la stima dei figli umiliando l’insegnante, ma in realtà li hanno già persi”. La critica è netta: scarpe da 300 euro e smartphone costosi non sostituiscono tempo, affetto e regole. “Hanno comprato l’attenzione, non l’amore”, ha aggiunto, evidenziando come questa dinamica alimenti mancanza di rispetto verso la scuola e debolezza educativa.
“Educare i genitori”
La soluzione, per Gratteri, è chiara: “Il problema è educare i genitori”. Servono adulti consapevoli, che collaborino con la scuola invece di minarne l’autorità. Il suo monito arriva in un contesto in cui le aggressioni ai docenti sono in aumento e il dialogo scuola-famiglia è spesso sostituito da conflitti sterili. Un appello che va oltre la scuola: senza educazione, avverte, non c’è contrasto alla criminalità.
Tecnologia e giovani: tra dipendenza da smartphone e isolamento sociale
Dalle parole del magistrato si può sicuramente analizzare il rapporto tra giovani e tecnologia, diventato ormai un tema centrale nel dibattito sull’educazione e sul benessere delle nuove generazioni. Da un lato, i dispositivi digitali offrono opportunità senza precedenti in termini di apprendimento e connessione; dall’altro, però, il loro uso eccessivo e incontrollato sta generando fenomeni preoccupanti, dalla dipendenza da smartphone all’aumento dell’isolamento sociale.
L’ascesa della dipendenza digitale
I dati parlano chiaro: sempre più ragazzi mostrano comportamenti compulsivi legati all’uso di smartphone e social network. Secondo recenti ricerche, molti adolescenti controllano il telefono centinaia di volte al giorno, spesso sviluppando una vera e propria ansia da disconnessione (FOMO, Fear of Missing Out). Questo atteggiamento non solo riduce la concentrazione – con ripercussioni sul rendimento scolastico – ma può anche alterare i ritmi del sonno e la salute mentale, favorendo disturbi come ansia e depressione.
Scuole “phone-free”: una soluzione efficace?
Alcune scuole hanno provato a contrastare il fenomeno introducendo divieti totalidegli smartphone in classe, con risultati contrastanti. Se da un lato queste politiche limitano le distrazioni, dall’altro rischiano di essere percepite come imposizioni punitive, soprattutto se non accompagnate da un’educazione digitale che spieghi ai ragazzi come usare la tecnologia in modo equilibrato. Esperienze come quelle di Francia e Svezia, dove il cellulare è bandito per legge nelle aule, dimostrano che il vero cambiamento richiede un lavoro condiviso tra scuola e famiglia.
Verso un uso consapevole: educazione digitale e dialogo
La sfida, quindi, non è demonizzare la tecnologia, ma insegnare ai ragazzi a governarla. Servono programmi scolastici che includano l’educazione digitale, ma anche genitori più presenti, capaci di stabilire regole chiare e, soprattutto, di dare l’esempio. Perché, come ricorda Gratteri, non si può pretendere rispetto e disciplina dai figli se gli adulti per primi sono sempre con gli occhi sullo smartphone.
Il nodo cruciale non è quanta tecnologia usano i giovani, ma come la usano. E per cambiare le cose, serve un patto educativo che coinvolga scuola, famiglia e istituzioni.
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La provocazione di Gratteri sui genitori: comprano l’attenzione, non l’amore ultima modifica: 2025-05-05T13:23:49+02:00 da