La rivolta delle scuole contro il docente tutor: “Sette euro l’ora, non ci candidiamo”

di Corrado Zunino, la Repubblica, 23.5.2023.

Il ministero dell’Istruzione ha spostato a fine mese i termini per le domande. A Padova cinque istituti votano contro, a Milano non si trovano candidati: “Basta con la proliferazione degli incarichi, siamo insegnanti, non coach”

Gilda Venezia

ROMA – Diverse scuole italiane si stanno opponendo alla figura del tutor per l’orientamento, pezzo portante delle politiche scolastiche del ministro Giuseppe Valditara. Il ministero dell’Istruzione e del Merito ha già spostato il termine ultimo di presentazione della domanda che il singolo docente dovrà fare, volontariamente, per accedere al corso di formazione Indire di 20 ore: le richieste scarseggiano e, così, dal 2 maggio la data per la candidatura è stata spostata al 31 maggio.

In questo nuovo conflitto interno agli istituti del Paese, Padova si sta affermando come il centro della contestazione. Sono già cinque gli istituti che hanno messo formalmente in discussione la scelta attraverso mozioni firmate dal Collegio docenti o dichiarazioni collettive: “Non ci presentiamo né per il ruolo di tutor né per quello di orientatore”. Al Liceo scientifico Eugenio Curiel ottanta professori su ottantuno, lo scorso 18 maggio, hanno dichiarato la loro indisponibilità “a candidarsi nel ruolo di docenti tutor” sottoscrivendo un documento in cui si parla di progressiva “corrosione del tempo dedicato alle attività disciplinari” attraverso il graduale inserimento di nuove materie come l’Educazione civica, nuovi compiti come l’Alternanza scuola lavoro o nuove figure come il coordinatore di classe. Dover destinare, ora, 30 ore del monte scolastico all’orientamento può produrre “una preparazione carente degli studenti in vista dei futuri percorsi universitari”.

Si contesta la figura del tutor su un piano generale: il ruolo dell’insegnante, “ovvero una persona che dovrebbe lasciare un segno nel giovane”, viene svilito a quello di “coach, valorizzatore, consigliere delle famiglie”. E, ancora, il corso online di 20 ore è ritenuto “offensivo” per chi impiega anni a costruirsi un proflo professionale. Infine, il corrispettivo netto per le future 30 ore di orientamento “è pari a 7,34 euro l’ora”.

L’Istituto di istruzione superiore Usuelli Ruzza, con 86 voti favorevoli su 118, chiede di non presentare o di ritirare la candidatura al ruolo di tutor (o di orientatore), parla di negazione “della libertà di insegnamento” e di “un’idea classista della scuola” offerta dal ministero e dal ministro. È contrario al decreto 63 anche il Liceo Concetto Marchesi (classico, artistico e musicale), sempre a Padova. L’Artistico Pietro Selvatico ha virato la mozione in un testo sottoscritto da un folto numero di insegnanti. Infine, stanno scrivendo una lettera vincolante i docenti del Liceo Albert Einstein di Piove di Sacco, in provincia.

Elisa Carra, insegnante di Italiano e Latino al Curiel, dice: “Noi crediamo nella necessità dell’orientamento, che peraltro svolgiamo tutti i giorni in classe e nei colloqui con le famiglie, ma la proposta del ministero non tiene conto di questa attività e ci propone un nuovo ruolo francamente svilente”. Un insegnante che ha votato contro dice: “Il tutor non è previsto nel contratto di lavoro e, quindi, i presidi non potranno imporlo”.

I dirigenti scolastici stanno faticando in diverse aree d’Italia per trovare docenti volontari. Elvira Ferrandino, preside del professionale Marelli Dudovich di Milano, al primo maggio aveva raccolto tre candidature delle dieci necessarie. Dice: “Negli istituti professionali questa figura di tutoraggio è già prevista e lavora soprattutto nei primi due anni provando a drenare gli abbandoni iniziali. Dal prossimo anno, se il decreto andrà a regime, i docenti del biennio lavoreranno gratis, quelli del triennio invece saranno pagati. Un controsenso”.

Salvo Amato, insegnante dell’Istituto superiore Cucuzza Euclide di Caltagirone, in provincia di Catania, è critico nei confronti dell’iniziativa ministeriale, ma spiega che la dirigente interna intende chiudere le candidature, comunque, nella giornata di oggi.

I docenti tutor – spiega il decreto ministeriale numero 63 del 2023 – dovranno essere introdotti nel triennio finale delle scuole superiori dal prossimo settembre, anno scolastico 2023-2024. Saranno chiamati ad aiutare gli studenti nelle scelte educative e formative, evidenziando le loro potenzialità e assistendoli, insieme alle famiglie, nel percorso formativo da intraprendere all’università o nel mondo del lavoro. Gli orientatori potranno offrire le proprie competenze anche agli alunni delle scuole medie proiettati sulle superiori. Il nuovo lavoro sarà incardinato su tre stagioni.

Il ministero dell’Istruzione ha stanziato 150.000 euro per il pagamento dei docenti tutor e orientatori della prossima stagione: per i primi il compenso lordo sarà variabile tra i 2.850 e i 4.750 euro l’anno (7,34 euro netti l’ora). Gli insegnanti orientatori, invece, percepiranno un minimo di 1.500 euro lordi e un massimo di 2 mila euro (che si traduce in 5,16 euro netti l’ora). Il corso di formazione online è previsto in 20 ore, la prestazione annuale richiesta è di altre 30 ore, ma i corsi indire, a fronte di un finale di stagione carico di scrutini ed esami di Stato, potrebbero slittare.

Il reclutamento prevede 40 mila insegnanti con almeno cinque anni di anzianità impegnati nel nuovo ruolo, per un totale di 70 mila classi. Il ministro Valditara, per incentivare una classe docente riluttante, ha fatto sapere che fisserà un punteggio più alto ai fini della mobilità scolastica per i docenti tutor e orientatori.

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