dalla Gilda degli Insegnanti della Provincia di Venezia, 23.9.2020.
I tanti provvedimenti che si sono susseguiti con l’emergenza COVID e i tanti che verranno emanati ad integrazione dei precedenti stanno modificando di fatto le regole che sono alla base del normale funzionamento dell’attività didattica e alcune norme stabilite contrattualmente.
BISOGNA FARE ATTENZIONE ALLA FONTE NORMATIVA DI TALI PROVVEDIMENTI. Se si tratta di Legge, Decreto Legge, Decreto Legislativo, Regolamenti del Consiglio dei Ministri, PCDM, sicuramente dobbiamo subirne gli effetti. In caso di Ordinanze Ministeriali, di note, linee guida, circolari non sostenute da norme primarie è sempre da verificare se si tratta di applicazioni dirette di esse e non semplici interpretazioni delle stesse. In questo caso si può impugnare il provvedimento.
In caso di periodo emergenziale sanitaria fanno testo i DPCM e i dispositivi stabiliti dal CTS (Comitato Tecnico Scientifico). L’esperienza insegna che i protocolli definiti per la scuola da parte del CTS sono spesso modificabili e conseguenti alla situazione di contesto in cui si collocano. I principi fondamentali di precauzione per evitare l’espansione della pandemia sono di fatto molto limitati:
Tralasciamo qui di elencare tutte le tante prescrizioni comunicate dal CTS, dal Gruppo di Lavoro IIS, Ministero della Salute, INAIL, ecc. e dal Protocollo d’intesa per garantire l’avvio dell’anno scolastico (6 agosto 2020) sottoscritto dalle OO.SS. ma NON DALLA GILDA che lo ha considerato inadeguato e strumento di intervento limitativo della libertà professionale di insegnamento.
Più incisivo e preoccupante è sicuramente il documento definito come “Piano Scuola 2020-21 – Documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzioni del Sistema nazionale di Istruzione ” pubblicato in data 26/6/2020 e riproposto, spesso in maniera peggiorativa dalle alcune Regioni e Uffici Scolastici Regionali.
Esso si basa sul paradigma dell’autonomia scolastica, demando di fatti alle singole scuole decisioni su modalità e contenuti del lavoro dei docenti e della didattica che dovevano, a nostro avviso, essere coerenti e omogenee sul territorio nazionale. Si parla infatti di ulteriori elementi di flessibilità derivanti dallo strumento dell’Autonomia, sulla base degli spazi a disposizione e delle esigenze delle famiglie e del territorio. Il documento del MI menziona tra gli strumenti di flessibilità della didattica: “la riconfigurazione del gruppo classe in più gruppi di apprendimento, l’articolazione modulare di gruppi di alunni provenienti dalla stessa o da diverse classi o da diversi anni di corso, una frequenza scolastica in turni differenziati, anche variando l’applicazione delle soluzioni in relazione alle fasce di età degli alunni e degli studenti nei diversi gradi scolastici, per le scuole secondarie di II grado, una fruizione per gli studenti, opportunamente pianificata, di attività didattica in presenza e, in via complementare, didattica digitale integrata, ove le condizioni di contesto la rendano opzione preferibile ovvero le opportunità tecnologiche, l’età e le competenze degli studenti lo consentano, l’aggregazione delle discipline in aree e ambiti disciplinari, ove non già previsto dalle recenti innovazioni ordina mentali, una diversa modulazione settimanale del tempo scuola, su delibera degli Organi collegiali competenti. Il tutto garantendo a ciascun alunno, la medesima offerta formativa, ferma restando l’opportunità di adottare soluzioni organizzative differenti, per realizzare attività educative o formative parallele o alternative alla didattica tradizionale”.
In un contesto così complesso e in continua trasformazione ci limitiamo a dare alcune indicazioni utili per evitare che un anno scolastico difficile possa diventare terribile per il nostro lavoro.
Queste sono di norma parte integrante del PTOF e sono deliberate dai singoli Consigli di classe; non dovrebbero esserepreviste nel Piano delle Attività, se non identificando in linea generale i periodi scolastici all’interno dei qualicollocarle più utilmente. Nel periodo COVID riteniamo che esse rimangano impossibili da organizzare o del tutto residuali.
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La scuola ai tempi del Covid (4): PTOF e . . . ultima modifica: 2020-09-23T06:14:51+02:00 da
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