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La scuola è donna, ma è davvero ricca? La scuola è donna, ma è davvero ricca?

di Carlotta De Leo, Il Corriere Scuola di vita, 7.3.2017

– In Italia la scuola è donna? A guardare i numeri  sembrerebbe proprio di sì. Sono donne l’82% dei prof (610mila su poco più di 750mila) e circa il 60%  dei dirigenti scolastici. Anche le nuove assunzioni della Buona Scuola, con circa 90mila nuovi immessi in ruolo, confermano queste proporzioni. Una realtà, tra l’altro, tutta italiana, visto che in Spagna non vanno oltre il 63% e negli Stati Uniti al 74%.

Nei livelli inferiori dell’istruzione – quelle considerati meno prestigiosi dal punto di vista lavorativo – le percentuali salgono ancora: nelle scuole dell’infanzia le maestre coprono il 99,3% dell’organico (solo 590 educatori in tutta Italia). Nella scuola primaria, le donne si siedono dietro il 96% delle cattedre (in Spagna il 75%, nel Regno Unito l’81%, in Francia l’82%), lasciando ai colleghi maschi solo 8.193 posti su 224.124. E pure alle superiori, l’Italia mantiene il record di presenze rosa: si scende al 65%, ma basta dire che in Germania sono crollano al 46,2%.

Al di là dei numeri – messi insieme dal giovane sindacato Udir che il 18 marzo ha organizzato un convegno sul tema delle responsabilità e retribuzioni  –  c’è da chiedersi perché gli uomini si tengano così alla larga dal mestiere in cattedra. Da un lato c’è sicuramente uno stereotipo culturale che vede l’insegnamento, la trasmissione dei saperi, come uno dei lavori di cura e quindi esclusivamente femminile: a essere penalizzati sono soprattutto i maestri che ci credono, visti come mosche bianche. Ma ci perdono anche i ragazzi che non hanno altri modelli maschili all’interno della scuola.

Ma la crisi di vocazioni maschili è legata anche allo stipendio ridotto dei nostri insegnanti: da 24 a 38mila euro lordi l’anno, mentre i colleghi spagnoli ne percepiscono da 32 a 45mila e i tedeschi tra i 46 e i 64mila. Buste paga basse (oggi una docente neo-assunta rimane ferma a 1.200 euro al mese per quasi 10 anni) e la lunga precarietà che si spinge, in alcuni casi, anche oltre i 50 anni: sono questi i fattori che più scoraggiano gli uomini.

Non è un caso che negli atenei, dove le retribuzioni sono ben diverse,  la piramide si ribalta: i rettori (che godono di una reputazione sociale ben maggiore) le donne sono solo 5 su 78.

Buona festa delle donne. E buona festa della scuola.

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La scuola è donna, ma è davvero ricca? La scuola è donna, ma è davvero ricca? ultima modifica: 2017-03-08T04:39:57+01:00 da
Gilda Venezia

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