LA SCUOLA E L’ECONOMIA DI GUERRA: un futuro buio per l’istruzione

Gilda Venezia

di Fabrizio Reberschegg, Gilda degli insegnanti di Venezia, 2.7.2025.

Per la scuola italiana si aprono scenari inquietanti. Sperare di aumentare le spesa o di avere aumenti stipendiali in linea con altri paesi europei e in grado di affrontare l’inflazione reale diventa ora una chimera.

Gilda Venezia

Le frettolose decisioni della NATO e dell’UE finalizzate all’incremento della spesa per la difesa fino al 5% entro il 2035 hanno effetti devastanti nei confronti del Welfare del nostro Paese. Prendiamo in considerazione le spese per l’istruzione: l’Italia spende ora (2024) per l’istruzione (comprendente anche il settore dell’università) il 4,1 %. Tra i 27 paesi Ue, in media, la spesa in istruzione nel 2022 è stata pari al 4,7% del prodotto interno lordo. Dieci stati, tra cui l’Italia, si attestano al di sotto di tale soglia. Con circa il 4% del Pil investito in istruzione, il nostro paese supera solo Bulgaria (3,9%), Grecia (3,8%), Romania (3,2%) e Irlanda (2,7%). Due paesi, Svezia e Belgio, hanno superato la quota del 6% nel 2022. Poco sotto questa soglia anche Estonia, Slovenia e Finlandia.

Dai dati oggettivi l’Italia ora si obbliga a spendere per la difesa e la sicurezza più che tutto il settore dell’istruzione e della ricerca. I difensori di questa sciagurata decisione mettono in rilievo che “solo” il 3,5 % sarebbe utilizzato per la spesa militare diretta, mentre l’1,5% sarebbe utilizzato per spese infrastrutturali e per finanziamenti legati alla sicurezza tra i quali rientrerebbe anche il ponte sullo stretto di Messina (!!!).

L’Italia, come gli altri paesi NATO si sono inchinati ai dictat di Trump e del suo galoppino Rutte che prevedono di disinvestire nella difesa europea e costringere i paesi europei (e non solo) a difendersi autonomamente acquistando i sistemi di difesa statunitensi.

Per la scuola italiana si aprono scenari inquietanti. Sperare di aumentare le spesa per l’istruzione diventa ora una pia illusione. Sperare di avere aumenti stipendiali in linea con altri paesi europei e in grado di affrontare l’inflazione reale diventa ora una chimera.

Un aumento della spesa per l’istruzione, finiti i finanziamenti PNRR nel 2026, potrà essere finanziato solo con un aumento improbabile del debito pubblico o con un aumento delle entrate tributarie. Difficile immaginare che il governo attuale compensi le uscite con un aumento della pressione tributaria e con una seria lotta all’evasione ed elusione fiscale.

Tempi difficili ci attendono.

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LA SCUOLA E L’ECONOMIA DI GUERRA: un futuro buio per l’istruzione ultima modifica: 2025-07-02T04:11:42+02:00 da

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