Supplenti

La scuola, i concorsi ed il trionfo dei luoghi comuni

di Roberto Bosio, InfoDocenti.it, 4.10.2020.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera

Lavoro da anni come insegnante, e negli ultimi anni ho aggiunto a questa attività anche quella di sindacalista. Oggi, dopo aver letto l’editoriale di Sabino Cassese sui “concorsi da fare” non ho potuto fare a meno di aprire il computer e scrivere queste righe.

I tifosi dei concorsi – come l’autore dell’editoriale – ripetono più o meno tutti le stesse idee:

  • questa forma di selezione è dettata dalla Costituzione;
  • il concorso è un’entità buona per definizione perché permette di distinguere i meritevoli dai non meritevoli;
  • attraverso i concorsi sarà possibile selezionare una classe insegnante che ci permetterà di colmare i nostri deficit nel campo dell’istruzione;
  • non si può parlare dell’emergenza sanitaria perché siamo sempre in emergenza.

Se questo è il dibattito c’è davvero da preoccuparsi per le sorti della scuola italiana.

Solo per dare qualche spunto alla discussione:

  • pensare che fare i concorsi permetta di risolvere i deficit italiani nel campo dell’istruzione è una barzelletta, le pessime condizioni in cui versa la scuola italiana dipendono da decenni in cui la politica si è disinteressata a questo tema, ci vuole un impegno bipartisan di anni per iniziare a cambiare la tendenza che stiamo vivendo;
  • i concorsi scuola come sono stati pensati fino ad oggi non premiano i bravi insegnanti, ma solo i candidati in grado di memorizzare il maggior numero di nozioni;
  • chi crede ai concorsi dovrebbe iniziare a dimostrarlo pagando degnamente i commissari (oggi la retribuzione è al massimo di un paio di euro all’ora, meno di un clandestino impiegato come bracciante);
  • la selezione della classe di insegnante non può consistere unicamente in un concorso pubblico.

Lasciatemi concludere con un’annotazione sul concorso straordinario in piena emergenza Covid (una procedura che potrebbe costringere tanti precari a rinunciare alla selezione tanto attesa se solo avessero qualche sintomo compatibile con il Coronavirus): perché è stato cancellato l’esame di abilitazione per i medici durante l’emergenza Covid, e invece non è possibile fare un concorso per soli titoli per gli insegnanti? Perché quello che va bene per la sanità non va bene per l’istruzione?

Roberto Bosio, insegnante e sindacalista

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La scuola, i concorsi ed il trionfo dei luoghi comuni ultima modifica: 2020-10-05T05:04:54+02:00 da
Gilda Venezia

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Gilda Venezia

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