Insegnanti

La scuola in presenza, la comunicazione ridotta agli occhi

dal blog di Gianfranco Scialpi, 15.11.2020.

La scuola in presenza, tutti la desiderano. Se osserviamo la realtà, però si notano tante monadi che non interagiscono costruttivamente. Rimangono solo gli occhi per comunicare.

La scuola in presenza non è bella da vedere!

La scuola in presenza è lo scenario al quale ci ha abituato l’istituzione, fin da quando è nata. Il corpo è sempre stato inteso come il mezzo per comunicare, interagire, esprimere emozioni e affetti. In altri termini, il mezzo per uscire dalla dimensione naturale e passare a quella dell’uomo sociale (l’Io è sempre il risultato di un’interazione, mai una elaborazione chiusa, solipsistica) è sempre stato il  corpo. Esso rappresenta lo strumento per conseguire l’obiettivo di un io strutturato culturalmente e socialmente.
Indubbiamente il linguaggio verbale ha rappresentato il mezzo privilegiato di apprendimento nella scuola. Se utilizzato nei gradi inferiori dell’istruzione, deve essere supportato anche da una serie di segnali riferiti allla comunicazione non verbale. Mi riferisco alla mimica del volto, al tono della voce, alla postura…
Ora tutto questo è compromesso: le mascherine  nascondono buona parte del volto e compromettono la comunicazione orale, la distanza fisica azzera la prossimità fisica e il contatto fisico, molto importante neu primi anni di scuola
Siamo di fronte a una scuola dal tasso di socialità molto basso.
La separazione e la solitudine sono stati accreditati come i nuvi paradigmi della scuola in tempi di Covid-19.

Rimangono gli occhi

Dopo questo tsunami cosa rimane per comunicare? Solo gli occhi! Meglio di niente! Sicuramente sarà necessario individuare una nuova didattica, basata sugli occhi. Essi però non potranno sostituire tutte le sfumature linguistiche  e le costruzioni logiche associate alla comunicazione orale e altri supporti (metamessaggi) non replicabili dagli occhi.
Questi sono i danni che si stanno avendo nella didattica in presenza.  La Ministra Azzolina, invece si concentra altri elementi, basata su una sua convinzione: “Bisogna considerare anche i rischi derivanti dalla chiusura delle scuole, io sono convintissima che noi rischiamo un disastro dal punto di vista psicologico, dello sviluppo formativo, sociologico, educativo di un bambino”.

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La scuola in presenza, la comunicazione ridotta agli occhi ultima modifica: 2020-11-16T05:29:25+01:00 da

Gilda Venezia

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Gilda Venezia

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