Insegnanti

La scuola merita rispetto

di Giusi Princi, Huffington Post, 14.4.2021.

Finite le tradizionali vacanze pasquali la scuola si avvicina mestamente alla conclusione dell’anno scolastico. Mesto soprattutto per la secondaria di secondo grado, con alcune realtà, costrette a “subire” la dimensione digitale praticamente per tutto l’anno. In alcune Regioni tra cui la Calabria, a seguito di ordinanze regionali, gli studenti da inizio anno hanno svolto appena 36 giorni di scuola in presenza. Tali ordinanze, peraltro in contrasto con il diritto all’autonomia organizzativa e didattica delle istituzioni scolastiche salvaguardato anche dall’art. 117 della Costituzione, hanno addirittura dato alle famiglie la libertà di scegliere tra la didattica in presenza e la Didattica a distanza.

Ancora una volta la componente scolastica non è stata ascoltata, abbiamo assistito, per lo più su scala locale, a provvedimenti calati dall’alto che, oltre a generare enorme confusione hanno dimostrano la totale inconsapevolezza sul funzionamento delle istituzioni scolastiche.

La conseguenza immediata, in un caos di ordinanze, aperture e restrizioni, fatte da Governo, sindaci e governatori, è stata quello di generare un caos burocratico dove a farne le spese sono stati finora i ragazzi. Il pericolo pare sia stato finalmente scongiurato. Da adesso in poi a decidere sarà solo e soltanto il Governo; le Regioni non potranno emanare provvedimenti più restrittivi di quelli centrali. A prevederlo è il nuovo dpcm, nel quale, tra gli elementi di novità, viene contemplato che i servizi educativi per l’infanzia, l’attività scolastica e didattica della scuola dell’infanzia, e la scuola primaria e il primo anno di frequenza della scuola secondaria di primo grado si svolgano con modalità in presenza sull’intero territorio nazionale indipendentemente dalla classificazione degli scenari di rischio epidemiologico.

Si apprezza molto il fatto che nel piano programmatico del Governo la scuola sia considerata una priorità, insieme a università, afam e ricerca, quali leve per lo sviluppo del Paese: peccato che le scuole di secondo grado, per lo meno al momento, rimangano tagliate fuori; continueranno a lavorare in dad in zona rossa e fino al 75% delle presenze scolastiche in zone di diverso colore. Continua a essere pregiudicato un diritto costituzionale, che è il diritto allo studio ad un’intera generazione; purtroppo ad essere penalizzate sono inevitabilmente le classi sociali meno abbienti, con maggiori problemi di connessione per la dad ma soprattutto con minori risorse per compensare da soli il gap formativo che comunque resiste tra la didattica in presenza e la didattica a distanza.

La pandemia ha provocato tante conseguenze negative, nella vita sociale, economica e lavorativa a livello globale e, nello specifico, nella scuola, e ha fatto emergere con maggiore evidenza problemi, anche storici, e divari, peraltro crescenti.

L’Ordine nazionale degli psicologi da tempo ha messo in chiaro come il prolungamento della didattica a distanza accentui i problemi psicologici dei ragazzi: disturbi alimentari, disturbi del sonno, difficoltà alla concentrazione, demotivazione…..; danni quasi inevitabili direi perché isola i ragazzi, restringe il loro campo relazionale in un’età nella quale diventa vitale per la formazione di un soggetto che va ad inserirsi nella società e che si appresta a diventare autonomo.

E poi ci sono i problemi legati alla didattica. Non è tanto la trasmissione dei saperi a venire messa in discussione, quanto la modalità non riproducibile a distanza con la quale la scuola ha compiuto passi da gigante negli ultimi venti anni. L’inclusione, l’attenzione alle specificità dei singoli alunni ha un peso ed un rilievo oggettivamente minore a distanza, nel quadro bidimensionale, piatto, dello schermo del computer. Manca la relazione tra maestro e discente, tra ragazzo e ragazzo, il confrontarsi non solo sul singolo sguardo ma attraverso un linguaggio del corpo che risulta inevitabilmente ridotto sul monitor di un pc.

La didattica a distanza è una risorsa formidabile, consente l’utilizzo di una serie di processi che implementa l’attività didattica tradizionale, ma non può essere sostitutiva, questo è il punto. Continuare in questa direzione significa accettare abbandoni precoci degli studi per le fasce più deboli, rassegnarci ad una sempre maggiore sostituzione della vita reale con quella virtuale, condizione alla quale i più giovani sono già esposti eccessivamente. Bisogna sottolineare, inoltre, che il virtuale sta diventando protagonista nel processo di formazione del carattere, della personalità, degli apprendimenti con evidenti connessi rischi di consegnare al futuro una generazione impreparata ad affrontare le difficoltà di una società che, invece, richiede duttilità e capacità di gestire la complessità e le frustrazioni della vita reale.

Lo stato emergenziale derivante dal Covid-19, con la forzata e necessaria chiusura delle scuole e delle università, ha determinato il ricorso alla didattica a distanza al fine di garantire agli studenti il diritto allo studio; oggi, però, a più di un anno dal primo lockdown si chiedono interventi più risolutivi: non è possibile continuare a considerare la scuola centrale solo nelle parole e non nei fatti.

Alla politica tocca prendere le decisioni importanti, anche se talvolta scomode. Gli studenti chiedono di rientrare in presenza; il tempo sta trascorrendo invano. Dallo scorso anno ad oggi sono ancora inadeguate le misure messe in atto per il ritorno in presenza che è soprattutto un ripristino della legalità. Sono ancora tanti infatti i nodi da sciogliere: nulla è stato fatto riguardo i tamponi agli studenti o comunque rispetto il sistema di tracciamento dei contagi a scuola. Anche riguardo i trasporti, rispetto all’inizio dell’anno scolastico e anche al mese di gennaio, quando presero il via i piani di rientro gestiti dai prefetti, non è cambiato molto. Anzi, adesso abbiamo anche una conferma del fatto che sui mezzi pubblici il virus circoli liberamente.

Al Governo Draghi chiediamo dunque la ripresa in sicurezza delle attività in presenza, la garanzia della sicurezza degli alunni e del personale della scuola in un quadro di riqualificazione degli edifici scolastici; chiediamo coraggio e investimenti per conseguire gli obiettivi strategici di rilancio del mondo della conoscenza, fondamentale per lo sviluppo economico-sociale del Paese. Ne va della formazione dei nostri giovani, ne va del futuro del Paese.

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La scuola merita rispetto ultima modifica: 2021-04-15T04:51:20+02:00 da

Gilda Venezia

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