Categorie: Riforma

La scuola non cresce senza il Mezzogiorno

di Guido Trombetti, la Repubblica di Napoli, 25.2.2018

– Confronto tra classi liceali che si cimentano sulla base di competenze letterarie. Una del Carducci di Milano. L’altra del Sannazaro di Napoli. Avvenuto nella interessante trasmissione di Rai3 “Per un pugno di libri”. Il risultato 62 a 13 per il Carducci. Si tratta tuttavia di un singolo episodio. Niente altro che un gioco. Il cui risultato può discendere da elementi occasionali. Sarebbe un errore trarne conclusioni di carattere generale sullo stato della scuola nel Mezzogiorno. Ed ancor di più decretare il crucifige del glorioso liceo vomerese. Però quando gli episodi concordano con i dati globali (quelli del Pisa-Ocse, la più grande indagine internazionale nel campo dell’educazione) certamente non si può mettere la testa sotto la sabbia.

Il problema c’è. La scuola nel Sud dell’Italia arranca. Non è al passo con la parte più avanzata del paese. C’è da preoccuparsi. Perché anche a individuare con precisione cause e responsabilità qualunque terapia non potrà richiedere che tempi lunghi per produrre effetti sensibili. Scrisse tempo fa Domenico De Masi: «Per evitare che il Mezzogiorno diventi il Nord del Sahel o della Nigeria occorre un faraonico piano Marshall di lunga durata che punti tutte le carte sulla scuola e sulle infrastrutture….». Ovviamente concordo.

Ma il punto è: quali interventi attuare con tale ipotetico piano Marshall? Costruire edifici scolastici moderni e funzionali? Dotati di laboratori e biblioteche? Sarebbe utilissimo. Ma ciò non risolverebbe il problema. Perché poi occorrono manutenzione, sorveglianza…

Temo che il problema sia più complesso. È illusorio considerare la scuola al di fuori del contesto socio-economico e culturale del Mezzogiorno globalmente considerato. E pertanto individuare precisi interventi per favorirne la crescita qualitativa, isolando il problema dal contesto, è impresa improba. Se non impossibile. Si pensi ad esempio a quanto influenza l’interazione scuola-famiglia il rapporto del Mezzogiorno con il pubblico impiego. Considerato ancora oggi dalle famiglie meridionali come una meta sicura per i propri figli. Concezione questa che inevitabilmente pone la considerazione del merito scolastico in secondo piano. Quello che conta è conseguire il titolo. E ancora. La scarsa qualità dei servizi pubblici. Malattia endemica nel Sud. Si può credere che non influenzi l’andamento della scuola? E le cedole librarie che a fine febbraio ancora non arrivano alle famiglie che ne hanno diritto?

E ancora: vogliamo parlare della presenza debole dello Stato sul territorio o delle deficienze della classe dirigente locale troppo preoccupata della ricerca del consenso immediato? La scuola meridionale fa parte di questo mondo. Dunque il rendimento della scuola è fortemente legato al contesto. D’altro canto senza una scuola efficiente il Mezzogiorno non può sperare granché dal futuro. Il 40 per cento dei posti di lavoro che nasceranno nei prossimi decenni saranno in settori nuovi. E nessuno sa prevedere quali saranno. Occorreranno nuove competenze. Nelle quali sarà indispensabile una forte formazione di base che solo la scuola può fornire. Inoltre una scuola di qualità è indispensabile per favorire l’emersione delle schiere di giovani emarginati che vivono in aree degradate: una buona scuola serve innanzitutto ai più deboli! Insomma si rischia di entrare in un loop. Per far crescere il Mezzogiorno occorre cresca la scuola. Se non cresce il Mezzogiorno non cresce la scuola.

E non si scarichino le responsabilità sugli insegnanti meridionali. Tanti dei quali insegnano nelle scuole del Centro Nord considerate eccellenze. La mia personale esperienza, maturata osservando i miei quattro nipoti, è positiva dal punto di vista della preparazione e dell’impegno dei professori. Ovviamente dico ciò senza voler negare responsabilità individuali, che pur vi sono, diluendole in una magmatica responsabilità generale. Ad esempio, è necessario l’impegno in un processo di aggiornamento continuo. In estrema sintesi, ha poco senso chiedersi come intervenire per rimuovere i ritardi della scuola se non all’interno di una politica per l’intero Mezzogiorno.

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La scuola non cresce senza il Mezzogiorno ultima modifica: 2018-02-25T21:34:03+01:00 da
Gilda Venezia

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Tags: Nord-Sud

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