La scuola riapre ma non è pronta a riaprire

di Pietro Salvatori, Huffington Post, 18.4.2021.

Ancora non sciolti i soliti nodi: trasporti e classi sovraffollate. Incontro Bianchi-sindacati.

Gilda Venezia

“Se si torna al 100% a scuola, in molte aule non sarà possibile rispettare il metro di distanziamento”. Da lunedì prossimo l’Italia ricomincerà a riaprire i battenti, e quello che sia Mario Draghi sia Roberto Speranza definiscono un “rischio ragionato” nel caso delle scuole viene considerato da molte delle parti in causa quasi un azzardo. È il il presidente dell’Anp, l’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli a lanciare l’allarme: “La scuola è un luogo naturale di assembramento, e si vedrà costretta a ridurre la presenza dei ragazzi e alternarla alla dad, facendo rotazioni”.

Una preoccupazione che investe anche le istituzioni. “Sulle scuole ero in disaccordo”, ricorda Massimiliano Fedriga intervistato a In mezz’ora in più, “non per la scuola in sé, ma per i trasporti”. Il presidente della Conferenza delle Regioni annuncia che chiederanno “un incontro per vedere gli orari di apertura e chiusura delle scuole perché così non va bene”. Speranza spiega che il governo ha scelto di ripartire dalla scuola perché è l’architrave della nostra società. Una decisione definita “chiara e netta” “un rischio ragionato” ma “non folle”.

Al ministero dell’Istruzione la domenica è passata come un giorno di lavoro qualsiasi. “Lavoriamo a tappe serrate, siamo consapevoli della sfida”, spiegano dall’entourage di Patrizio Bianchi. Domani mattina il ministro ha convocato a viale Trastevere i sindacati: l’obiettivo è quello di riscrivere e aggiornare i protocolli di accesso agli istituti scolastici e varare un documento aggiornato entro la settimana. Un lavoro in tempi molto ristretti, per il quale, “serve la collaborazione di tutti. Il nuovo testo conterà anche la cornice per l’organizzazione degli esami di fine anno, altro nodo che preoccupa gli studenti e il personale scolastico, e la bozza verrà inviata al Comitato tecnico scientifico affinché possa dare un parere. In settimana anche una girandola di tavoli prefettizi, per monitorare le esigenze specifiche dei territori e organizzare il ritorno in classe.

Verso metà settimana il punto su un altro versante delicato, quello dei trasporti, considerato il vero rebus da risolvere insieme al distanziamento nelle aule. A riunirsi con le Regioni e il ministro Bianchi, anche la collega agli Affari regionali Mariastella Gelmini e soprattutto il ministro alle Infrastrutture e trasporti Enrico Giovannini. Dalle Regioni sono molte le voci che si levano per soluzioni che prevedano lo scaglionamento degli ingressi o la divisione in turni, e in quella direzione ci si muove, anche perché, spiegano fonti di governo, “l’idea di tamponi quotidiani agli otto milioni di cittadini che animano le scuole non è realizzabile”. Dal ministero ricordano che “anche a settembre si registrarono molti casi di difficoltà, soprattutto nelle grandi città, e in tanti istituti si ricorse a ingressi scaglionati e aperture pomeridiane”.

Lo scorso autunno non andò benissimo, le principali criticità sono rimaste immutate nel tempo, e preoccupa la gestione di un ritorno in aula a ranghi completi. È Cristina Costarelli, vicepresidente dell’Associazione Nazionale Presidi (ANP) del Lazio, a dire che il re è nudo:  “La scuola pensava di arrivare a fine anno seguendo una linea di stabilità, non variando sulla percentuale di presenza dal 50 fino al 75% sui cui gli istituti superiori si erano orientati nei loro sistemi di funzionamento in emergenza”. Da qui nasce la fretta di preparare per tempo il preparabile e l’apprensione per quel che accadrà, come poter portare in sicurezza tutti quei ragazzi in classe, come farceli restare per cinque o sei ore. Il governo confida che i vaccini che a settembre non c’erano e l’ampia copertura di immunizzazione del personale scolastico (circa il 73%) possano essere decisivi per evitare una moltiplicazione dei focolai.

Sono diversi i temi sul tavolo di Palazzo Chigi e del governo. Sul coprifuoco continua la guerriglia della Lega. “Aprire a cena con il coprifuoco alle 22 non ha senso – spiega una fonte del Carroccio – almeno in zona gialla va portato fino a mezzanotte”. D’altronde l’obiettivo è stato pubblicamente esplicitato dallo stesso Matteo Salvini, il tentativo è quello di un allentamento della stretta a partire dal prossimo 17 maggio, ma si registrano al momento la contrarietà sia del ministero della salute sia di Mario Draghi. Quest’ultimo a metà settimana terrà un punto sul pass vaccinale, una misura fortemente voluta dal premier, consapevole della delicatezza di un argomento che potrebbe avere il rischio di discriminare fasce di popolazione. Per questo il pass darà disco verde sì ai vaccinati, ma anche a chi ha già contratto la malattia entro un certo numero di mesi e a chi avrà fatto un tampone nelle ore precedenti all’utilizzo. Un’app sarebbe meno complicata da realizzare, ma in campo c’è anche l’ipotesi di una tessera magnetica, di più facile utilizzo per la popolazione più anziana che è anche quella più vaccinata.

Ma il primo fronte da affrontare è quello della scuola. Al ministero dell’Istruzione è intanto in preparazione una circolare dettagliata da inviare a tutti gli istituti, nella quale mettere di nuovo in fila tutto quel che si può fare in concreto per limitare gli assembramenti e evitare contagi, che dovrebbe essere spedita subito dopo l’approvazione del decreto prevista tra martedì e mercoledì. Costarelli è tutt’altro che ottimista: “Nei fatti, si tratta di una questione impossibile da risolvere”. Agostino Miozzo, consigliere del ministro Bianchi, delinea la sfida: “La scuola ha dei rischi, bisogna ridurli”.

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