di Salvo Intravaia, la Repubblica, 19.9.2016
– I dati appena pubblicati dal Miue per l’anno scolastico in corso. Gli alunni calano, in particolare quelli stranieri che fino allo scorso anno avevano alimentato un pur lieve crescita. E il decremento maggiore è al Sud. Mentre cresce la tendenza a non fare latino nel licei classici
La scuola pubblica italiana si contrae: calano gli alunni, anche stranieri, calano scuole e plessi e per la prima volta dopo sette anni i piccoli della scuola materna statale tornano sotto il milione di iscritti. Continua la fuga dal latino, anche se il liceo classico pare in ripresa, mentre appare ormai irreversibile la crisi delle scuole paritarie. Il Report sui principali dati della scuola italiana per l’anno scolastico appena iniziato ci consegna un situazione in evoluzione con alcune tendenze abbastanza acclarate. Il calo degli alunni, iniziato lo scorso anno con 19mila unità in meno, sta accelerando la sua corsa, soprattutto al Sud dove le classi si stanno spopolando con una rapidità impressionante.
I numeri resi noti dal Miur tre giorni fa ci dicono che in un solo anno la popolazione scolastica della scuola statale è calata di 45mila presenze. Un decremento quasi tutto concentrato al Sud che perde 43mila tra studenti e scolari. Ma al Nord, contrariamente a quanto avvenuto finora, gli alunni non crescono più in maniera tumultuosa perché sta venendo a mancare l’apporto in termini numerici dei bambini e degli studenti stranieri. Il rapporto di viale Trastevere, infatti, per la prima volta intravede un calo degli alunni non italiani pari a circa 10mila unità. Si tratta di un valore atteso che ferma una tendenza in continuo aumento da diversi decenni a questa parte e che spiega anche il calo degli alunni a livello nazionale.
Nel breve volgere i 12 mesi, la scuola conta 103 istituzioni scolastiche in meno, corrispondenti a 123 plessi vuoti. Con tutta probabilità, la crisi economica che in Italia non accenna a mollare la presa sta spingendo una parte delle famiglie immigrate ormai stabilite nel nostro Paese ad un nuovo spostamento verso paesi che possano garantire loro condizioni economiche migliori. O, sono meno coloro che sbarcano nelle coste italiane e si fermano nel Belpaese per costruirsi un futuro possibile. Il calo degli alunni più preoccupante riguarda i più piccoli, che rappresentano il serbatoio di iscrizioni per le classi successive. Dal milione di iscrizioni nella scuola pubblica dell’infanzia del 2015/2016 si passa a 978mila. Un decremento che negli anni futuri si propagherà nei gradi successivi.
Di fronte a questa situazione, la crisi delle paritarie (che nel 2015/2016 hanno contato 939mila alunni) sembra quasi una conseguenza logica: meno famiglie, della cosiddetta classe media, disposte a pagare rette da migliaia di euro per fare studiare i propri figli, che vengono dirottati nelle statali. In appena un anno – dal 2014/2015 al 2015/2016 – sono 231 le paritarie che hanno chiuso i battenti, di cui 160 dell’infanzia, con quasi 22mila alunni in meno.
E continua anche la fuga dal latino dei giovani che si iscrivono alla scuola superiore. Nel 2016/2017 i ragazzini delle prime classi dei licei dove è previsto lo studio del Latino – classico, scientifico, scienze umane e linguistico – rappresentano il 67,8 per cento del totale dei liceali. Un anno fa erano il 68,9 per cento. E incrementano le preferenze tutte le opzioni e gli indirizzi dello scientifico e del liceo delle scienze umane dove è possibile dribblare versioni e autori antichi.
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