La scuola «vale» se i diplomati lavorano

di Claudio Tucci,  Il Sole 24 Ore  30.4.2015

Roma
Il rapporto di autovalutazione che ogni scuola renderà pubblico a fine luglio si arricchisce di una importante novità: conterrà anche i dati sull’occupazione dei ragazzi. Si utilizzerà il sistema delle comunicazioni obbligatorie, fornito dal ministero del Lavoro, e così le famiglie avranno un altro indicatore per scegliere il miglior istituto per i propri figli. Si potrà conoscere la tipologia di contratto sottoscritto, il settore economico d’impiego, e i tempi d’attesa: tutte informazioni utili anche allo stesso Governo per calibrare gli interventi contro la disoccupazione giovanile.
Le scuole avranno un ruolo importante: da oggi, annuncia il Miur, è operativa la piattaforma web che gli istituti implementeranno nei prossimi mesi per produrre il loro primo rapporto di autovalutazione. «Uno strumento fondamentale per supportare il miglioramento del sistema di istruzione, che si apre finalmente alla valutazione e alla trasparenza», sottolinea il sottosegretario, Davide Faraone.
Le informazioni a disposizione dei genitori saranno molteplici: dalle attività della scuola, ai fondi a disposizione, dalle notizie sugli insegnanti, agli esiti degli apprendimenti. E ora anche l’occupazione: «Diamo importanza pure alla valutazione differita – spiega la numero uno dell’Invalsi, Anna Maria Ajello -. Anche perché le competenze acquisite sui banchi sono fondamentali sempre».
Plaudono all’avvio del sistema nazionale di valutazione Elena Ugolini, ex sottosegretario, ora consigliera del ministro Stefania Giannini, e Piero Cipollone, ex presidente dell’Invalsi, oggi in Banca d’Italia. «Finalmente l’autonomia scolastica ha gli strumenti per poter indirizzare la propria azione e i propri processi di miglioramento», commenta il dg per gli Ordinamenti scolastici e la valutazione del Miur, Carmela Palumbo.

La scuola «vale» se i diplomati lavorano ultima modifica: 2015-04-30T06:46:20+02:00 da
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