La sentenza del Consiglio di Stato e la legge del cuculo

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Tragicommedia in due atti con epilogo finale

Tuttoscuola,  23.4.2015.

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Premessa
Il cuculo è un uccello strano che non nidifica, depone l’uovo in un nido di altri uccelli, dove il suo piccolo, una volta nato e nutrito da un’altra madre, si sbarazza delle uova o dei piccoli uccelli presenti nel nido e ne diventa il padrone incontrastato.
È la legge del cuculo.
Una legge che con ogni probabilità interesserà tra poco la scuola. Vediamo perché.

Atto primo
La sentenza 1973/2015 del Consiglio di Stato, riconoscendo piena validità all’abilitazione, ha spalancato le porte delle graduatorie ad esaurimento a migliaia di maestri non di ruolo.
Potranno entrare immediatamente nelle GAE gli 8 ricorrenti usciti vincenti dalla sentenza e altre centinaia che avevano tentato quel ricorso, poi respinto, al Tar.
L’Anief che ha sostenuto i ricorsi sta preparando l’applicazione estensiva della sentenza ad altre migliaia di diplomati magistrali, a cominciare dai circa 55 mila attualmente iscritti in II fascia nelle graduatorie d’istituto.
Poi con altri ricorsi presentati anche ai vari giudici del lavoro potranno aprirsi le porte delle GAE a migliaia di abilitati magistrali diplomatisi entro il 2001-02.
Grazie alla sentenza, le GAE della scuola primaria si arricchiranno di decine di migliaia di nuovi iscritti. Sono già in corso i primi inserimenti.

Atto secondo
Dove andranno a collocarsi questi diplomati magistrali abilitati?
Nelle GAE vi sono quattro fasce, di cui le ultime due potrebbero accogliere questi nuovi iscritti, perché in I e II fascia da tempo sono iscritti docenti con concorso superato e con 360 giorni di servizio prestato entro il 1996 o 1999.
Chi entrerà per sentenza nelle GAE, quindi, andrà a collocarsi con ogni probabilità in III o forse IV fascia, inserendosi in graduatoria a pettine, in base al punteggio posseduto secondo quanto dovrà precisare il Miur nel dare applicazione alla sentenza 1973/2015.
In questo modo le graduatorie esistenti saranno rivoluzionate dai punteggi dei nuovi inserimenti sovvertendo le posizioni attualmente occupate da moltissimi iscritti.
Il tempo può giocare a favore dei nuovi inserimenti, se questi avverranno in tempo utile per le prossime nomine in ruolo secondo il piano di stabilizzazione previsto dal ddl C. 2994.

Epilogo
Contrariamente a quanto affermato inizialmente da esponenti del Governo e previsto anche dal testo della Buona Scuola a settembre, il ddl C. 2994 non parla mai di svuotamento totale delle GAE.
L’articolo 8, dopo avere ricordato come verrà definito il nuovo organico dell’autonomia, precisa che i docenti delle graduatorie di concorso e ad esaurimento sono assunti a tempo indeterminato e iscritti negli albi di cui all’articolo 7, nel limite dei posti.
Non tutti, quindi, ma tanti quanti ne servono per ricoprire tutti i posti per i quali la legge di stabilità ha previsto anche la necessaria copertura finanziaria.
Questo significa che a suo tempo è stato seguito un calcolo di svuotamento delle GAE basato sulle quantità di docenti che risultavano allora iscritti, da destinare alla stabilizzazione.
Il nuovo aumento degli iscritti GAE non può, quindi, comportare un parallelo aumento di altre assunzioni per le quali non vi sarebbe la relativa copertura finanziaria.
La relazione tecnica al ddl fornisce il numero preciso dei destinatari del piano di assunzioni: 100.701 tra concorso e GAE (di cui 37.234 per infanzia e primaria). La copertura finanziaria è stata calcolata, pertanto, su questi 100.701.
Aggiungerne qualcuno di più non incide più di tanto sulla copertura finanziaria; assumerne mille o, addirittura, 55 mila in più, cambia, eccome, rendendo impossibile l’ampliamento del piano di assunzioni.
Nelle nuove graduatorie GAE che si verranno a determinare per le immissioni degli abilitati salvati dalla sentenza del Consiglio di Stato gli iscritti in coda alle graduatorie, quindi, non potranno far parte del piano di assunzioni.
Rimarranno nelle GAE non svuotate tanti quanti sono quelli entrati per sentenza, ma quasi certamente non saranno gli stessi, bensì i nuovi ultimi, determinati dal gioco dei punteggi. Vi saranno scavalcamenti soprattutto nelle GAE delle regioni settentrionali; minori scavalcamenti in quelle meridionali.
Chi scenderà agli ultimi posti di graduatoria, contrariamente a quanto sperava fino a qualche giorno fa prima della sentenza, continuerà a rimanere bloccato dentro le GAE forse per sempre, mentre molti dei nuovi arrivati ne prenderanno il posto nei ruoli dell’organico dell’autonomia.

È la legge del cuculo.

La sentenza del Consiglio di Stato e la legge del cuculo ultima modifica: 2015-04-23T17:41:08+02:00 da
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