Le scuole paritarie alla ricerca urgente di un nemico

inviata da Vincenzo Pascuzzi, 6.1.2018

– “L’adulazione procura gli amici, la sincerità i nemici”
Publio Terenzio Afro.

Urge un nemico: “chi lotta contro le scuole paritarie vuole uno stato antidemocratico e anticostituzionale” così scrive e accusa Maria Grazia Colombo nell’articolo “Scuola. 2018, amici e nemici di pluralismo e parità” (il sussidiario.net, 2.1.2018). Chi segue le vicende scolastiche sa bene che nessuno è “nemico” delle scuole private paritarie, né che è in atto una qualche “lotta” contro di esse.

Risulta invece in corso da anni una rivendicazione della parità completa o economica da parte delle stesse paritarie (più dei gestori, del clero, dei vescovi, ma non del papa attuale, che non delle famiglie); rivendicazione accentuatasi di intensità negli ultimi 3 o 4 anni e che ha concretizzato il suo obbiettivo nel c.d. “costo standard” (o quota capitaria, o voucher, o dote scuola, o cachet). Il costo standard, che dovrebbe aggirare (o beffare) l’art. 33, Cost. mediante una triangolazione Stato-famiglie-scuole, risulta di improbabile realizzazione per la sua incostituzionalità. Forse perciò chi riporta le semplici osservazioni appena dette viene strumentalmente indicato come nemico e diventa lui stesso bersaglio del paradossale boomerang dell’anticostituzionalità!

In proposito bisogna notare che finora nessuno del gruppo di pressione pro-paritarie ha saputo replicare alle “Tre obiezioni di metodo al costo standard” formulate da Andrea Gavosto (FGA) già quattro anni fa (8 aprile 2014).

Lo stesso Gavosto l’anno dopo criticando il ddl 2994 osservava «Sinceramente, ho molti dubbi che la “detrazione fiscale” a vantaggio delle famiglie che scelgono le scuole paritarie possa passare l’ostacolo del “senza oneri per lo Stato”, previsto dalla Costituzione. Forse è davvero arrivato il momento di discutere se, e a quali condizioni, vogliamo finanziare le scuole paritarie e, nel caso, riformare la Costituzione: ad esempio, concedendo una detrazione sull’istruzione a tutte le famiglie, che poi decidono come utilizzarla. Mi pare più serio che ricorrere a escamotage come i buoni scuola o il rimborso dei costi standard».

Per completare le valutazioni del Direttore della Fondazione Agnelli citiamo quanto da lui titolato riguardo la legge 107 (buona scuola) su Il Mattino del 2.11.2017: “fallimento previsto” e poi su La Stampa del 27.12.2017: “flop della Buona Scuola”.

Invece il gruppo di pressione pro-paritarie fu subito entusiasta del ddl 2994 e ancora ora recrimina alla l. 107 solo la mancata equiparazione economica per le loro scuole; in altre parole vorrebbero finanziamenti statali come le scuole pubbliche nonostante il disposto costituzionale e indicano sbrigativamente come nemico chi non li asseconda.

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