Graduatorie provinciali

Le supplenze al tempo del Coronavirus

di Pippo Frisone, Scuola Oggi, 19.7.2020.

“Una vera e propria rivoluzione, una modernizzazione che era doverosa e attesa” ha commentato la  ministra Azzolina, alla presentazione della sua OM sulle supplenze.
Solo chi pensa di governare la scuola in totale autoreferenzialità, incurante degli appelli di sindacati  e CNPI, come fa la ministra, può dichiararsi soddisfatta!

Ci son volute cinque pagine e mezza dell’OM per arrivare al primo articolo, dopo aver VISTO per 28 volte, 8 DM, 6 decreti legge, 6 leggi, 5 dlgs, 2 dpr, 1 Regolamento UE, RITENUTO di respingere per 21 volte le modifiche del CNPI, salvo accoglierne 2, SENTITO il MEF e RESA l’informativa alle OO.SS.

In quelle 5 pagine e mezza c’è il reticolo di norme che hanno aggrovigliato procedure sempre più complesse che invece di snellire hanno complicato la chiamata dei supplenti. Dopo il fallimento della chiamata diretta dagli ambiti degli insegnanti di ruolo che qualcuno voleva estendere anche ai supplenti, adesso abbiamo la rivoluzione delle GPS, delle graduatorie provinciali per avere a settembre tutti precari già assunti in cattedra.

Le GPS digitalizzate più che una vera rivoluzione, sembrano un ritorno al passato.

Le graduatorie provinciali di supplenza son sempre esistite, fino a diventare permanenti sul finire degli anni 90, quando con la L.124/99 furono abolite e subentrarono le GAE. Ma anche le GAE dopo vent’anni si mostrano uno strumento inadeguato a soddisfare contemporaneamente le assunzioni in ruolo e le supplenze. Il peso di queste ultime è finito per gravare sempre più sulle scuole che accanto alle supplenze temporanee, si son viste scaricare via via anche le supplenze annuali e soprattutto quelle sul sostegno.                          La “rivoluzione” della Azzolina non fa altro che prendere per la coda l’annoso problema del reclutamento.

I ripetuti tentativi che i vari ministri hanno messo in campo negli ultimi vent’anni, si son rivelati un totale fallimento. Il precariato come un fiume carsico è sempre rispuntato e sempre più in crescita, fino ai 200mila attuali. Non sono bastati a contenerlo né le riforme “epocali” della Gelmini con gli 8 miliardi di tagli  nè le 150mila assunzioni della Buona Scuola. Tagli epocali e assunzioni acchiappavoti hanno mostrato ben presto la corda, come stanno a dimostrarlo i 200mila posti rimasti vacanti. Le attuali graduatorie non basteranno a coprire nemmeno la metà degli 80mila posti per le assunzioni in ruolo chiesti dalla Azzolina al Tesoro.

Con le GAE oramai agli sgoccioli, coi concorsi del 2016 per lo più esauriti, nemmeno le procedure dei concorsi   straordinari del 2018 saranno in grado di coprire i contingenti destinati al ruolo. Sullo sfondo, un nuovo affollamento di concorsi ordinari e straordinari banditi, sempre più lenti e farraginosi, dei quali è sempre più difficile prevederne la durata e peggio ancora la conclusione.  Il problema del reclutamento va affrontato una volta per tutte a monte e non a valle: all’Università. Il nuovo ministro dell’Università, sulla scia dell’emergenza Coronavirus, propone per la Scuola corsi di laurea abilitanti e aggiungerei, a numero programmato e con tirocinio obbligatorio nelle scuole!

E’ un primo passo ma non basta. Il passaggio successivo è uscire dalla straordinarietà e dal ginepraio degli attuali concorsi ordinari che durano anni. Occorrono procedure snelle e soprattutto veloci per selezionare i docenti da assumere, a cadenza biennale o annuale se necessario. Ma non meno importante, è riuscire a motivare quanti han deciso di scegliere la professione insegnante. Occorrono forti investimenti per modernizzare le scuole e soprattutto per assicurare ai futuri insegnanti stipendi nella media europea.

Ma di tutto ciò non v’è traccia nell’agenda di governo. Per farlo occorre crederci, non a parole come fa la Ministra ma coi fatti, varando un vero e proprio piano pluriennale di investimenti nell’istruzione. Con gli spiccioli stanziati dal governo, invece, le scuole faranno fatica a settembre, non solo a coprire tutti i posti vacanti ma a riaprire in tempo, garantendo sicurezza per tutti.

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Le supplenze al tempo del Coronavirus ultima modifica: 2020-07-20T04:56:11+02:00 da
Gilda Venezia

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