L’Esame del cambiamento e la dissoluzione del patto formativo

inviata da Rosa Sapone e Stefano Sangiorgio, 18.2.2018

– Trasparenza, coerenza, completezza: 3 punti deboli del nuovi esame di Stato.


Siamo un gruppo di docenti del Liceo Artistico Statale di Venezia: con questa lettera aperta intendiamo manifestare il profondo disagio provocato dal cambiamento tuttora in corso dell’Esame di Stato. La nostra vuole essere una critica costruttiva e una denuncia di un processo che sta minando la base fondamentale della scuola e quindi della società: il patto formativo fra i giovani studenti e i docenti.

Nella nostra delicata posizione di mediatori culturali e di interfaccia fra il Ministero e il mondo dei maturandi, sentiamo il dovere di protestare per la situazione di doppio vincolo nella quale l’attuale riforma dell’Esame di Stato ha collocato noi docenti: da un lato abbiamo infatti il dovere di spiegare e legittimare le continue novità in corso di introduzione, dall’altro risultiamo non più credibili come mediatori di novità che mancano di trasparenza, coerenza e completezza.

Desideriamo quindi illustrare in che senso le scelte del Ministero sul nuovo Esame di Stato violino questi tre principi fondamentali, deludendo le aspettative di studenti e famiglie, precarizzando ulteriormente le poche certezze della scuola italiana e, infine, opprimendo in modo intollerabile la professionalità di noi docenti.

Trasparenza: gli importanti cambiamenti dell’Esame di Stato si sono in primo luogo sviluppati senza un’adeguata esplicitazione delle basi e delle finalità della riforma; tale metamorfosi è stata dunque presentata secondo una procedura inusuale, ma ormai diffusa in seno alle Istituzioni, che antepone le comunicazioni informali tramite social media a quelle ufficiali, per ridurre infine queste ultime a un elenco – in continua emendazione – di novità da introdurre, sempre con scarse motivazioni.

Le regole di un gioco così importante non si cambiano con questo metodo e ad anno scolastico inoltrato. Stride inoltre, a fronte della sbandierata social-vicinanza agli studenti, la totale assenza di un canale di confronto o anche solo di informazione dedicato a coloro che saranno attori del nuovo Esame.

Coerenza: il cambiamento delle regole del gioco, nella scarsezza di fondamenti e finalità, si sta torcendo in una serie di contraddizioni, le più rilevanti delle quali riguardano il senso, all’interno della prova orale, dell’Alternanza Scuola Lavoro (ASL) e di Cittadinanza e Costituzione (CeC): da un lato è stato notevolmente ridimensionato il numero di ore complessive da dedicare all’ASL, e il suo mancato o parziale svolgimento viene considerato per quest’anno non vincolante ai fini dell’ammissione all’Esame; dall’altro viene introdotta, in sede di apertura della prova orale, una relazione o elaborato multimediale che dovrebbe imperniarsi appunto sull’ASL. Una regolamentazione ancora più incoerente viene riservata a CeC, apparentemente valorizzata dall’obbligo di verifica durante l’orale di maturità, ma ancora priva di un suo spazio didattico autonomo e demandata alla libera iniziativa e al “ruolo implicito” di tutti i docenti.

Completezza: il piano dei cambiamenti inquieta infine perché, dall’ottobre scorso, sembra non avere mai termine, ingenerando una forte insicurezza. Gli esempi di incompletezza potrebbero essere ancora tanti, ma ci limitiamo qui a sottolineare un punto davvero dolente, cioè l’assenza di un modello delle nuove Seconde prove per alcuni indirizzi scolastici.

Alla luce delle mancanze da noi appena denunciate, ci sembra che lo spazio per una preparazione equilibrata degli studenti potrebbe risultare in parte, se non drasticamente ridotta. Infine riteniamo nostro dovere far notare che l’imposizione di cambiamenti ambigui a soli quattro mesi dall’Esame è davvero difficile da recepire e metabolizzare.

Venezia, 18 febbraio 2019

Rosa Sapone e Stefano Sangiorgio: Liceo Artistico Statale di Venezia

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L’Esame del cambiamento e la dissoluzione del patto formativo ultima modifica: 2019-02-18T12:27:12+01:00 da
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