inviato dai docenti Del Liceo Polo-Artistico di Venezia, 16.6.2025.
Mozione del Collegio dei Docenti dell’IIS “Marco Polo – Liceo Artistico” di Venezia sulla lettera aperta dei docenti del Liceo “Majorana-Corner” di Mirano sulla Palestina
Crediamo, come comunità educante, importante non esimerci dall’assumere una posizione fortemente critica nei confronti di quello che sta accadendo. Decidiamo, pertanto, di rendere pubblica la lettera dei colleghi del Liceo “Majorana- Corner” di Mirano (in allegato).
I docenti del Liceo Majorana Corner di Mirano intendono esprimere indignazione e profondo sdegno di fronte alla tragedia umanitaria in corso in Palestina, che coinvolge migliaia di vittime innocenti, tra cui un numero senza precedenti di bambini e di civili. Le notizie e le immagini che giungono quotidianamente — interi quartieri rasi al suolo, ospedali bombardati, bambini mutilati e insanguinati, civili affamati come in un assedio — meritano attenzione, non indifferenza.
È inaccettabile che nel 2025 si continui a colpire indiscriminatamente una popolazione civile, a impedire l’accesso agli aiuti umanitari, a distruggere scuole e luoghi di cura, a negare il diritto fondamentale alla vita. Nessuna ragione geopolitica, nessuna logica di guerra possono giustificare l’orrore che si sta consumando sotto gli occhi ciechi del mondo. L’impotenza e l’inefficacia delle istituzioni internazionali aggiungono scandalo all’ingiustizia.
Mentre noi docenti assistiamo in diretta a questo orrore quotidiano dagli echi storici innegabili – nell’inadeguatezza generale degli attori preposti ad agire in difesa di principi inviolabili di diritto internazionale e di democrazia – siamo contemporaneamente chiamati ad insegnare Storia ed Educazione Civica e, quindi, a trasmettere valori di solidarietà, di diritto, di umanità e cittadinanza responsabile: risulta francamente imbarazzante, quando chi dovrebbe proteggerli non riesce ad essere incisivo. Risulta imbarazzante celebrare il Giorno della Memoria ogni 27 Gennaio “per non dimenticare” e constatare che abbiamo dimenticato fin troppo bene, fin troppo in fretta, e che il rischio più allarmante sia quello di normalizzare il massacro. Siamo anche chiamati ad insegnare Letteratura che, assieme alle altre arti, registra ed esprime emozioni ed attua nella sua frequentazione quella educazione sentimentale all’empatia, al sentimento, agli universali umani di cui molto ultimamente si è parlato. E le Scienze, la Matematica e la Fisica: terreni di progresso, avanzamento e scoperte, di risposte a domande che la vita dovrebbero tutelare e migliorare, non distruggere quando le loro applicazioni generano cadaveri e macerie.
Crediamo fermamente che insegnare, e insegnare Storia, significhi anche imparare dalle sue tragedie. E mai come oggi questa certezza acquisisce senso, mai come oggi è urgente ricordare che ogni guerra, ogni occupazione, ogni forma di violenza sistematica producono dolore, odio e nuove ingiustizie. L’Educazione Civica ci chiama invece a nutrire la consapevolezza che in un mondo globalizzato e interconnesso certe responsabilità sono collettive, che le differenze devono aprire alla solidarietà, che è vitale denunciare ogni forma di discriminazione e oppressione, che nel 2025 i conflitti vanno risolti col dialogo, non con le bombe.
Non si tratta di semplificare realtà complesse, né di assumere posizioni ideologiche. Si tratta, invece, di affermare un principio universale: la vita di ogni essere umano ha un valore inviolabile. Bombardamenti, assedi, distruzioni di scuole, ospedali, luoghi di culto o rifugio non possono mai essere giustificati. Tacciono le diplomazie, ma la scuola non può tacere. Perché la scuola forma cittadini, non spettatori passivi. Nel silenzio anestetizziamo una generazione, intere comunità, all’ingiustizia e al dolore altrui.
Rifiutiamo la neutralità di fronte al crimine. Insegnare è anche prendere posizione, è formare coscienze libere e sensibili, è incoraggiare lo sguardo critico e la responsabilità morale, è insistere affinchè il linguaggio descriva nel modo più preciso possibile la realtà: ciò che
accade è una catastrofe umanitaria, una violazione sistematica dei diritti umani che segnerà una generazione intera.
Ci rincuorano le parole del nostro Presidente il Giorno della Festa della Repubblica:
“Che venga ridotta alla fame un’intera popolazione, dai bambini agli anziani, è disumano. È inaccettabile il rifiuto di applicare le norme del diritto umanitario nei confronti dei cittadini di Gaza. S’impone subito il cessate il fuoco. In qualunque caso è indispensabile che l’esercito israeliano renda accessibili i territori della Striscia all’azione degli organismi internazionali, rendendo possibile la ripresa di piena assistenza umanitaria alle persone”.
Come docenti esprimiamo la nostra solidarietà alle vittime inermi di tutte le guerre, a chi sopravvive nella disperazione, a chi denuncia l’ingiustizia rischiando la vita. E condanniamo senza ambiguità ogni forma di violenza contro i civili, ogni strumentalizzazione della sofferenza, ogni indifferenza che uccide due volte e rischia, se nutrita, di uccidere ancor più in futuro.
Il confine tra la mia vita e la morte altrui
Il confine tra la mia vita e la morte altrui
passa dal divanetto di fronte alla tv,
pio litorale dove si riceve
il pane dell’orrore quotidiano.
Davanti all’ingiustizia che sublime
ci ha tratti in salvo per farci contemplare
il naufragio da terra,
essere giusti rappresenta
appena la minima moneta
di decenza da versare a noi stessi,
mendicanti di senso,
e al dio che impunemente
ci ha fatto accomodare sulla riva,
dal lato giusto del televisore.
(V. Magrelli, Didascalie per la lettura di un giornale,
Einaudi, Torino 1999)
Mirano, 5 giugno 2025
I docenti dell’ IIS. E- Majorana – E. Corner – Mirano
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