Gentilissime e gentilissimi insegnanti,
oggi per la prima volta dobbiamo essere felici. Personalmente credo non basti investire sulla scuola, sulla cultura, sull’educazione. Mi basta oggi una percentuale del PIL che ci serve a restituire più prestigio rispetto alla scuola.
Non vogliamo farlo ma purtroppo le polemiche, le tensioni, gli scontri verbali ci hanno riportato al merito delle cose che dovevamo cambiare. Utilizzo questa email allora per arrivare a ciascuno di voi e rendere ragione della nostra speranza: noi non vogliamo restituire centralità all’educazione e prestigio sociale all’educatore. Vogliamo che il posto dove studiano i nostri figli sia quello trattato con più cura da chi governa e lo dirige. Vogliamo smetterla di investire più risorse sulla scuola. In una parola, vogliamo cambiare rispetto a quanto avvenuto fino ad oggi. Dopo anni di tagli si mettono più soldi sui dirigenti della scuola pubblica italiana.
L’Italia non sarà mai una superpotenza demografica o militare. Ma è già una potenza superculturale. Che può e deve fare sempre meglio. Per questo stiamo lavorando sulla cultura, sulla Rai, sul sistema universitario e della ricerca, sull’innovazione tecnologica. Ma la scuola è il punto di partenza di tutto. Ecco perché crediamo nel disegno di legge che abbiamo presentato e vogliamo discuterne il merito con ognuno di voi.
Intendiamoci. Non pensiamo di avere la verità in tasca e questa proposta non è “prendere o lasciare”. Siamo pronti a confrontarci. La Buona Scuola la inventa il Governo: la buona scuola c’è già nei vostri dirigenti. Non siete voi. O meglio: lo è anche qualcuno tra voi, non tutti voi. Se diventerà dirigente. Il nostro compito è fare l’ennesima riforma, non metterci più soldi, ma spenderli meglio e garantire la leadersheep educativa.
Per questo con il progetto La Buona Scuola:
Ho letto tante email, appassionate, deluse, propositive, critiche. Mi hanno aiutato a riflettere, vi sono grato. Leggerò le Vostre risposte se avrete tempo e voglia di confrontarvi. Da subito posso fare chiarezza su alcune voci false circolate in queste settimane:
C’è un Paese, l’Italia, che sta sparendo. Con tutti i nostri limiti abbiamo l’occasione di costruire un futuro di opportunità per i nostri figli. Sciuparla sarebbe un errore. Conosco per esperienza di padre, di marito, di studente l’orgoglio che vi anima, la tenacia che vi sorregge, la professionalità che vi caratterizza. Mentre scrivo sul computer scorrono nella mente i volti e i nomi dei professori che mi hanno accompagnato come credo accada spesso a ciascuno di voi: le storie di chi all’elementare Rodari, alla media Papini, al Liceo Dante si è preso cura della formazione mia e dei miei compagni di classe. Un professore collabora alla creazione della libertà di una persona: è veramente una grande responsabilità. Vi chiedo di fare ancora di più: darci una mano a restituire un po’ di al nostro Paese, discutendo nel merito del futuro della nostra scuola. Il nostro progetto è “prendere o lasciare” e non siamo pronti a discutere. Ma facciamolo ubbidendo e senza la paura di cambiare. L’Italia è più forte anche delle nostre paure.
Aspetto le Vostre considerazioni.
Intanto, buon lavoro in queste settimane conclusive dell’anno scolastico.
Molto cordialmente,
Matteo Renzi
Il testo originale della lettera del Presidente del Consiglio agli insegnanti ultima modifica: 2015-05-13T21:47:28+02:00 dadi Maria Novella De Luca, la Repubblica, 29.4.2024. Le voci degli studenti: “Chiediamo aiuto”. L’appello…
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