di Claudio Tucci, Il Sole 24 Ore, 3.9.2018
– Dopo un decennio di annunci e frenate i test Invalsi, quest’anno, sbarcano in quinta superiore. Accanto alla prova d’italiano, a quella di matematica (ci saranno domande specifiche per lo scientifico e gli istituti tecnici, economici e tecnologici) spazio anche all’inglese, «attestato sul livello B2». Le rilevazioni si svolgeranno dal 4 al 30 marzo 2019; e la partecipazione ai test da parte degli studenti rappresenta un requisito d’ammissione all’esame di Maturità.
Non solo: a settembre – è un’altra novità del nuovo anno, che parte con Bolzano il 5 settembre – debuttano i nuovi istituti professionali, riformati da una delle deleghe contenute nella legge 107: i ragazzi troveranno 11 nuovi percorsi, dall’agricoltura alle professioni sanitarie, ottico e odontotecnico, un pò più calibrati verso i territori e il mercato del lavoro, con un maggior peso alle “materie d’indirizzo” e la possibilità di «personalizzare» gli apprendimenti, fino a 264 ore.
Per l’alternanza scuola-lavoro, obbligatoria dal 2015, si prospetta invece l’ennesimo restyling con l’idea, ripetuta più volte dal ministro, Marco Bussetti, di volerla limitare a esperienze di maggior qualità, con una riduzione delle ore, specie nei licei, e riconoscendo alla formazione “on the job” un peso minore in seno all’esame di Stato.
Attualmente, in base alla normativa vigente, l’alternanza è requisito d’ammissione alla verifica finale di giugno, ma nel milleproroghe il Miur tenterà di inserire una norma per svincolare la scuola-lavoro dall’esame. Molto probabilmente, non si dovrà più portare la tesina durante il colloquio, mentre, a livello ordinamentale, si ipotizza di fissare un numero minimo di ore “on the job” da far svolgere agli studenti, rispetto alle 200/400 ore oggi previste dalla riforma Renzi-Giannini.
La maturità comunque cambierà. Le prove scritte scenderanno a due (salta il “quizzone”), si darà maggior peso al percorso fatto nell’ultimo triennio: il credito scolastico inciderà infatti fino a 40 punti, i due scritti e l’orale, ciascuno fino a 20 punti. Le commissioni resteranno come oggi: un presidente proveniente da un’altra scuola, tre commissari interni, tre esterni.
Con l’arrivo delle prove Invalsi in quinta superiore «si porta, finalmente, a compimento il percorso di rilevazione esterna degli apprendimenti degli alunni, che adesso coinvolge primo e secondo ciclo – spiega Carmela Palumbo, neo capo dipartimento Istruzione del Miur -. Le prove saranno computer based, e i risultati confluiranno nel curriculo del ragazzo».
Il test d’italiano comprenderà 6/8 domande di comprensione di un testo e riflessione sulla lingua, e durerà, di base, 120 minuti. La prova di matematica, oltre a prevedere quesiti ad hoc per valorizzare la specificità di alcuni indirizzi, punterà su problem solving e quesiti argomentativi. La prova d’inglese, infine, sarà unica per tutti gli indirizzi, e testerà comprensione della lettura (reading), dell’ascolto (listening) e dell’uso linguistico, con una durata di 90 minuti.
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