di Reginaldo Palermo, La Tecnica della scuola, 7.4.2020
– Si fanno sempre più incalzanti le critiche sull’operato della ministra Azzolina soprattutto sui temi del reclutamento e dei rapporti con le organizzazioni sindacali.
L’attacco più pesante nei confronti della ministra Azzolina arriva dagli alleati di Governo.
Con un comunicato firmato da Camilla Sgambato, responsabile scuola del Partito, oltre che da Vanna Iori e Flavia Piccoli Nardelli, rispettivamente capogruppo PD in commissione cultura al Senato e alla Camera, il Partito democratico non fa mancare le proprie critiche: “In un momento delicato come questo è importante che si tenga aperto il dialogo coi sindacati che, anche grazie alla nostra spinta, si è riattivato qualche giorno fa”.
“C’è però una criticità rilevante – aggiungono le tre esponenti DEM – come PD abbiamo fortemente voluto la riapertura della terza fascia delle graduatorie di istituto, introdotta con un nostro emendamento al decreto scuola; un rinvio, motivato dalla mancanza di procedure digitalizzate, proprio mentre si sta chiedendo a centinaia di migliaia di docenti in tutta Italia di imparare ad utilizzare le tecnologie, mentre le scuole e gli studenti stanno facendo uno sforzo senza precedenti, non può che trovarci contrari”.
“Pensiamo che il Ministero debba al contrario sforzarsi – concludono le esponenti democratiche – di immaginare un metodo per ottemperare a quanto previsto dal decreto approvato solo qualche mese fa dal Parlamento. Daremo il nostro contributo per far sì che si vada in questa direzione”.
A Lucia Azzolina, in questi giorni, i sindacati non hanno risparmiato nulla e le hanno rimproverato quasi tutti a partire dalla decisione di andare avanti con i concorsi che comunque non garantirebbero la copertura dei 200mila posti vacanti previsti per il prossimo settembre. Secondo i sindacati la soluzione è una sola: un concorso per soli titoli per tutti coloro che hanno almeno tre anni di servizio in modo da evitare le ben note “lungaggini” delle prove d’esame e delle relative graduatorie di merito.
Riferendosi in particolare alla paventata riduzione di organici per il prossimo anno, il segretario nazionale di Uil Scuola Pino Turi afferma: “Azzolina ancora una volta si dimostra forte con i deboli (precari) e deboli con i forti (MEF). Con questa politica non si traghetta il sistema dell’istruzione verso il prossimo anno scolastico”.
Sempre sul tema degli organici interviene anche la segretaria nazionale dello Snals Elvira Serafini: “Sugli organici manca ciò che stiamo chiedendo da tempo: prima di tutto il mantenimento degli attuali livelli di organico, senza gli ulteriori tagli prospettati dal Ministero e, poi, non certo meno importante, il passaggio all’organico di diritto di tutti i posti consolidati in organico di fatto. Quest’ultima operazione consentirebbe altresì di dare certezze ai docenti e di limitare, per il futuro, il grave fenomeno del precariato, aprendo così, nella scuola, una stagione nuova”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il senatore della Lega Mario Pittoni che, non da oggi, si trova in perfetta sintonia con le organizzazioni sindacali.
Con un post lapidario pubblicato sulla propria pagina FB, Pittoni afferma: “Emergenza richiede grande piano straordinario di stabilizzazione docenti. Bandi di concorso voluti dal ministro sono fuori dal tempo!”
Su questo tema, a fianco dei sindacati, si è schierato anche il CSPI che caldeggia una misura di reclutamento senza passare dalle procedure concorsuali.
In difesa della Ministra arriva però la senatrice 5S Bianca Granato che osserva: “Il differimento di un anno per l’aggiornamento delle graduatorie che si verifica assai spesso già in situazioni normali, in questa congiuntura non avrebbe dovuto suscitare stupore o reazioni”.
La senatrice 5S aggiunge che sindacati e PD “invocano entrambi l’aggiornamento ad ogni costo”.
E ironizza: “Ma come? Adesso non è più necessaria la chiusura delle scuole, la tutela del personale innanzitutto? Come si fa a chiedere la chiusura delle scuole e allo stesso tempo l’aggiornamento delle graduatorie? E ancora: perché dai sindacati altrettante proteste si sono avute quando il ministero ha avviato le procedure di mobilità chiedendo venissero bloccate o differite, nonostante queste avvengano online? Come avrebbero reagito se la ministra avesse dato seguito a queste proposte i docenti e gli Ata che avevano interesse ad accedere a quella procedura?”
“È legittimo a questo punto il dubbio – ne deduce Granato – che se la ministra avesse agito come loro proponevano, comunque la loro posizione sarebbe stata contraria a prescindere”.
Ma la senatrice 5S non si ferma: “Non parliamo delle reazioni suscitate dalla necessità di svolgere le lezioni a distanza: dalla reazione dei sindacati per la violazione del contratto di lavoro a quella di alcune sigle che addirittura proponevano di devolvere gli 85 milioni di euro destinati in larga parte all’acquisto di strumenti da dare in comodato agli studenti meno abbienti all’acquisto di dispositivi sanitari e di respiratori, come se il problema fossero i soldi e non la produzione e la distribuzione di tali presidi sanitari e tali soldi dovessero essere sottratti proprio all’istruzione degli studenti poveri”.
Per concludere con un attacco in piena regola alle stesse organizzazioni sindacali: “Spicca, nelle piattaforme sindacali di questi momenti tragici, assieme alle più disparate rivendicazioni in nome di tanti bei principi, la messa ai saldi della scuola statale pubblica, vale a dire la richiesta di trasformare il concorso straordinario in un concorso per soli titoli! È lecito supporre a questo punto che fosse questo dunque il reale scopo di tanti attacchi: le tessere…”
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