Gilda degli insegnanti della provincia di Venezia, 19.4.2020
– Le notizie sulla stampa locale veneta e non solo riportano il grido di dolore degli operatori del settore turistico pesantemente colpiti dalla crisi da COVID 19. Quello che sta accadendo per un segmento fondamentale dell’economia italiana è sicuramente molto preoccupante, ma non si capisce perché politici locali e nazionali chiedono una sorta di adattamento del calendario scolastico futuro per dare respiro al turismo.
Alcuni sindaci (Jesolo e altri del litorale del Veneto orientale) hanno proposto la settimana corta erga omnes per tutto l’autunno, altri il posticipo dell’inizio delle lezioni vere a ottobre per consentire di usare settembre per le vacanze. Il tutto mentre noti amministratori regionali chiedono al contrario la continuità delle lezioni scolastiche anche in modalità di didattica a distanza nei mesi di giugno, luglio e agosto.
Comprendiamo la preoccupazione di tanti amministratori locali e nazionali che rappresentano soprattutto le aree del Paese che vivono maggiormente di turismo, ma la scuola è una cosa seria e non tutte le famiglie potranno permettersi di godere di periodi di ferie e vacanze in particolare in questa fase di probabile recessione economica.
Altra cosa è invece ripensare il calendario scolastico nazionale in futuro in analogia con quanto accade in altri paesi europei con maggiori interruzioni tra segmenti dell’anno scolastico pur mantenendo un numero di giorni di lezione in linea con quello che accede in Italia. Ma questa deve essere una decisione politica di ampio respiro che deve andare al di là delle emergenze attuali.
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Ma la scuola deve essere subalterna al settore turistico? ultima modifica: 2020-04-19T20:09:42+02:00 da