MINI DOSSIER. 20 anni di parità scolastica giudicata “dimezzata” dal CNSC che batte cassa

– La parità scolastica compie 20 (venne approvata il 10 marzo 2000), ma manca ancora «il passo per dare finalmente compiutezza e attuazione al diritto di scelta delle famiglie in campo educativo», senza sottoporle a ulteriori oneri economici.

Scuola, 20 anni di parità ma dimezzata

L’invito a «non tradire» il diritto dei genitori in campo educativo lasciando «irrisolto» il tema dei finanziamenti che da sempre punto critico. L’appello al governo e al Parlamento
di Enrico Lenzi – domenica 8 marzo 2020
La parità scolastica compie 20 (venne approvata il 10 marzo 2000), ma manca ancora «il passo per dare finalmente compiutezza e attuazione al diritto di scelta delle famiglie in campo educativo», senza sottoporle a ulteriori oneri economici. È il cuore del documento che il Consiglio nazionale della scuola cattolica (Cnsc), organismo della Cei, presieduto dal vescovo Mariano Crociata e in cui sono rappresentate tutte le realtà associative della scuola cattolica, ha voluto diffondere in occasione dei venti anni della legge 62/2000, nota appunto come «legge sulla parità scolastica». «L’inserimento delle scuole paritarie nel sistema nazionale d’istruzione, in forza del servizio pubblico svolto – dice il documento – avrebbe dovuto comportare equità nell’accesso al sistema sia per gli alunni sia per il personale».
Invece «il mancato completamento delle norme sul finanziamento certo, oggi gravata da crescenti difficoltà e squilibri economici che continuano a colpire non poche famiglie – continua il Cnsc –rende sempre più difficile il mantenimento del sistema nazionale di istruzione, dove, a fianco delle scuole statali, le scuole paritarie – fra cui quelle cattoliche – rappresentano l’espressione della concreta applicazione di un diritto fondamentale della persona, della famiglia e offrono un contributo prezioso alla realizzazione del vero pluralismo».

Ricorrenza

Il 10 marzo 2000 venne varata la legge 62 che diede vita all’unico sistema nazionale d’istruzione.
Il Consiglio nazionale della scuola cattolica: garantire la libertà di scelta senza oneri per le famiglie
Ed è strano che in un’epoca in cui si invoca molto «un nuovo patto educativo», non ci si renda conto che «un’autentica libertà educativa può verificarsi solo quando, al momento della scelta, prevalgono i contenuti dei progetti formativi e i costi non si ergano come un ostacolo ingiusto e discriminatorio ». Il messaggio al Parlamento, al governo e alle forze politiche è chiaro: accanto alla parità giuridica sancita dalla 62/2000 «si dia finalmente attuazione anche alla parità economica», nella convinzione che questo «rappresenti un investimento strategico per l’intero sistema e generatore di crescita per tutti».
E se questo non avvenisse, lo scenario è altrettanto chiaro: con la progressiva scomparsa delle scuole cattoliche paritarie «interi territori saranno presto sguarniti di un importante avamposto educativo, di aggregazione e promozione umana e sociale». Ecco allora l’invito a «individuare modalità idonee al finanziamento » con il preciso obiettivo di «eliminare le discriminazioni per le famiglie che scelgono le paritarie ». Solo allora la parità sarà completa, vera e «non tradita».
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Parità scolastica: Cnsc, “rendere il nostro Sistema di istruzione

ancora più libero, plurale, di qualità”

di AgenSir – 9 marzo 2020 @ 9:32
“Riteniamo non più rinviabile un impegno serio e fattivo di Governo e Parlamento, delle forze politiche e sociali, per concorrere a realizzare un dinamico Sistema nazionale d’istruzione, costituito da scuole autonome statali e paritarie – in linea con le indicazioni dell’Unione europea – in grado di affrontare e superare le difficoltà e le arretratezze presenti, con particolare attenzione al versante dell’inclusione”. È la richiesta contenuta nella nota del Consiglio nazionale della scuola cattolica (Cnsc), organismo della Cei, presieduto da mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno e presidente della Commissione episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università della Cei, diffusa in vista del 20° anniversario dell’approvazione della legge 62 sulla parità scolastica, avvenuta il 10 marzo 2000. “Diversamente, è facile prevedere che interi territori saranno presto sguarniti di un importante avamposto educativo, di aggregazione e promozione umana e sociale, di un contributo rappresentativo di una grande tradizione pedagogica, capace di continua innovazione”, precisa la nota.
“Nel quadro di un generale piano di intervento per l’istruzione e la formazione delle nuove generazioni, per le scuole paritarie l’obiettivo da raggiungere – chiarisce il Cnsc – resta quello di individuare modalità idonee di finanziamento, in modo da eliminare le discriminazioni per le famiglie che, iscrivendo i loro figli alle scuole paritarie, sono costrette a sostenere costi diversi da quelli previsti per la frequenza delle scuole statali”. Per il Consiglio nazionale della scuola cattolica, “è questo il passo che ancora manca per dare finalmente compiutezza e attuazione alla legge 62 del 2000. Il nostro auspicio è che non si interrompa il percorso avviato vent’anni fa, ma si affretti ciò che può rendere il nostro Sistema di istruzione ancora più libero, plurale, di qualità, operando affinché sia garantita una effettiva libertà di scelta alle famiglie e la parità, oggi ancora incompiuta, non finisca per essere anche tradita”.

Parità scolastica: Cnsc, “mancato completamento norme su finanziamento certo

rende difficile mantenimento Sistema nazionale di istruzione”

di AgenSir – 9 marzo 2020 @ 9:30

“L’approvazione della legge 62 sulla parità scolastica, avvenuta esattamente venti anni fa, il 10 marzo 2000, ha consentito alla scuola italiana di compiere un importante passo avanti nel solco tracciato dalla Costituzione”. Lo sottolinea una nota del Consiglio nazionale della scuola cattolica (Cnsc), organismo della Cei, presieduto da mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno e presidente della Commissione episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università della Cei, diffusa in vista di questo anniversario.
“L’inserimento delle scuole paritarie nel Sistema nazionale d’istruzione, in forza del servizio pubblico svolto, avrebbe dovuto comportare equità nell’accesso al sistema, sia per gli alunni sia per il personale – evidenzia la nota -. Il mancato completamento delle norme sul finanziamento certo, oggi aggravato da crescenti difficoltà e squilibri economici che continuano a colpire non poche famiglie, dal forte calo demografico, dalla sempre maggiore complessità gestionale richiesta alle scuole, dalla notevole difficoltà nel reperire personale docente con i titoli richiesti dalla legislazione vigente, rende sempre più difficile il mantenimento del Sistema nazionale di istruzione dove, a fianco delle scuole statali, le scuole paritarie – fra cui quelle cattoliche e di ispirazione cristiana – rappresentano l’espressione della concreta applicazione di un diritto fondamentale della persona e della famiglia e offrono un contributo prezioso alla realizzazione di un vero pluralismo”.
È utile ricordare, in proposito, che “la richiesta di referendum abrogativo di tali norme fu dichiarata inammissibile dalla Corte Costituzionale, con sentenza n. 43 del 2003, a conferma che il Sistema nazionale di istruzione, comprensivo delle scuole statali e delle scuole paritarie, risponde al dettato costituzionale ed ai principi di libertà e sussidiarietà che esso intende garantire”.

Parità scolastica: Cnsc, “i costi non si ergano come un ostacolo

ingiusto e discriminatorio” a “un’autentica libertà educativa”

di AgenSir – 9 marzo 2020 @ 9:31
“In un tempo in cui tutte le forze della società sono chiamate a stringere un’alleanza a favore dell’educazione, la coesistenza cordiale di modelli educativi e gestionali tra loro diversi non può che tradursi in una spinta al miglioramento dell’intero sistema. Un’autentica libertà educativa, però, può verificarsi solo quando, al momento della scelta, prevalgano i contenuti dei progetti formativi e i costi non si ergano come un ostacolo ingiusto e discriminatorio”. Lo evidenzia una nota del Consiglio nazionale della scuola cattolica (Cnsc), organismo della Cei, presieduto da mons. Mariano Crociata, vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Priverno e presidente della Commissione episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università della Cei, diffusa in vista del 20° anniversario dell’approvazione della legge 62 sulla parità scolastica, avvenuta il 10 marzo 2000.
“Perché questo accada – sottolinea la nota – occorre che, oltre alla parità giuridica, si dia finalmente attuazione anche alla parità economica, nella convinzione che un adeguato sostegno economico per l’intero Sistema nazionale d’istruzione sia un investimento strategico e generatore di crescita per tutti”.

L’ex ministro Berlinguer: «Legge di alto valore costituzionale»

L’ex ministro Berlinguer: è stata una rivoluzione che ha fatto bene a statali e paritarie «Diede attuazione all’articolo 33 in cui si parla del diritto di Enti e privati di istituire scuole»
di Enrico Lenzi – domenica 8 marzo 2020
Una «legge di rilievo costituzionale » e «per certi aspetti rivoluzionaria». Venti anni dopo Luigi Berlinguer, ministro della Pubblica Istruzione all’epoca del varo, è fermamente convinto di quel passo che ha cambiato il volto del sistema scolastico italiano. «La legge 62/2000 viene definita legge sulla parità scolastica – sottolinea l’ex ministro – , ma è stata qualcosa di più, di molto di più».
In che modo? Basta leggerne il titolo che volli darle: ‘Norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all’istruzione’. Dunque non solo parità scolastica, ma anche diritto allo studio e, cosa inedita, all’istruzione’.
Perché definisce inedito parlare di diritto all’istruzione? Perché nella nostra Costituzione sono sanciti esplicitamente diversi ‘diritti’, non quello all’istruzione che compare più indirettamente. Ebbene con la 62/2000 per la prima volta una legge parla esplicitamente di questo diritto. Ecco perché definisco questa una legge di rilievo costituzionale.
Ma questo passaggio era chiaro a tutti sin dall’inizio? Non si direbbe viste le resistenze e le polemiche che accolsero la legge. Come visse quei giorni? Venni sollecitato dalle forze cattoliche a porre mano alla questione della parità scolastica, contro la quale si schierarono esponenti della sinistra estrema. Ed io volli però dare vita a una legge che non solo creasse un sistema paritario, ma riconoscesse anche che proprio quel diritto all’istruzione, di cui ritengo depositario qualunque bambino nato in questo Paese. Ecco perché non mi piace quando si parla di ‘scuola che deve essere inclusiva’, come se gli studenti fossero degli ospiti (‘inclusi’) e non, come invece sono, cittadini del mondo della scuola.
Insomma una conseguenza di quel diritto all’istruzione della seconda parte del titolo della legge 62/2000? Certamente, anche se a tutti non fu chiara subito la portata di questa legge. Da una parte essa dava risposta a quel dettato costituzionale che, all’articolo 33 prevede che ‘Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione’, fino a quel punto inevasa. E non mancavano voci di chi sosteneva che lo Stato non era obbligato a dare una risposta in tal senso. Dall’altro lato sentivo il bisogno di dire in modo chiaro ed esplicito l’esistenza di un vero e pro- prio diritto all’istruzione.
A distanza di 20 anni ritiene che siano stati raggiunti gli obiettivi che si proponeva? Dico che questa legge non è stata approvata invano. Lo dico guardando agli aspetti positivi sul fronte della qualità dell’offerta formativa che il sistema scolastico offre. La stessa scuola paritaria ne ha tratto giovamento sul fronte della qualità dell’offerta, grazie anche al dover rispettare parametri chiari: ad esempio, l’obbligo di avere docenti abilitati come nelle statali. Sono poi le stesse famiglie a dimostrare di apprezzare questo miglioramento scegliendo le scuole paritarie che riescono a dare risposte alle loro esigenze con meno vincoli rispetto alla statali.
Un elogio inaspettato. La 62 ha impresso un cambiamento, uno stimolo ai gestori delle scuole paritarie proprio per promuovere la qualità del-l’offerta formativa. E questo risultato lo attribuisco alle norme che abbiamo varato allora.
Ma sembra dura a morire l’idea che a fornire un servizio pubblico sia solo la scuola statale. Lo ribadisco con chiarezza e forza: chiunque svolga una funzione di insegnamento svolge un servizio pubblico. Chiunque, ripeto. Che sia lo Stato, un Ente locale o un privato. Il servizio educativo è sempre pubblico, nel rispetto delle norme stabilite.
Certo resta il problema di garantire questa parità anche sotto l’aspetto economico. Che ne pensa? Ammetto che nel 2000 cercai di mettere in secondo piano l’aspetto economico, anche se presente nella legge, per evitare che venisse bloccata. Dovevamo dare risposte di valore costituzionale. Non potevamo rischiare. Certo a 20 anni di distanza molte cose sono cambiate e credo che lo Stato possa con tranquillità riconoscere fondi alla scuola paritaria come già fa.
Venti anni dopo quali passi pensa si debbano ancora compiere? La società italiana deve comprendere che ha bisogno della scuola, di tutta la scuola. Non può immaginare di avere una scuola abbandonata a se stessa e su cui non si investe. Sarebbe ridursi alla barbarie. Ecco perché tutti dovremmo sentire come un dovere civico investire sul nostro sistema scolastico partendo da quella del nostro quartiere. È difendere il patrimonio di una società evoluta. È questa la battaglia che sto conducendo in questi anni. Dobbiamo conquistare gli italiani a questo tema. Avere a cuore la scuola, capire l’importanza.
Eppure di scuola si parla spesso sui giornali. È diventata anche terreno di scontro politico. Si pensa addirittura ad aumentarne l’obbligo. Non basta? Voglio essere chiaro: la scuola non è solo il luogo dove si impara a leggere, scrivere e far di conto. Deve diventare anche il luogo dove i futuri cittadini imparino a pensare con la propria testa. A diventare cittadini consapevoli. A saper vivere la democrazia guardando ai problemi e valutando le soluzioni. Abbiamo vinto la sfida dell’analfabetismo di base. Sconfiggiamo ora l’analfabestimo sulla democrazia. È il cammino che la 62 ha tracciato venti anni fa. non si parli più di ‘obbligo’: ora il vero obiettivo che a scuola, fino alle superiori, vadano tutti. Tutti. Effettivamente. È un obiettivo ‘sociale’ rivoluzionario. È un’altra società.
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MINI DOSSIER. 20 anni di parità scolastica giudicata “dimezzata” dal CNSC che batte cassa ultima modifica: 2020-03-09T17:56:27+01:00 da
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