di Claudio Tucci, Il Sole 24 Ore 20.1.2017
– Le consistenti immissioni in ruolo decise dal governo Renzi fanno lievitare il personale dipendente della «Scuola» che da 1.038.606 unità, censite nel 2014, passa a 1.085.082, vale a dire +46.476 persone. In particolare, il personale stabile sale di 56.085 unità.
Il conto annuale della Ragioneria
Il dato è contenuto nell’annuale conto annuale pubblicato ieri dalla Ragioneria generale dello Stato: a rimanere elevato è anche il numero dell’«Altro personale» dipendente dalle pubbliche amministrazioni, tra cui i supplenti annuali e fino al termine delle attività didattiche: si attestano a quota 141.996 (nel 2014 si toccava 151.605, quindi c’è un calo appena di 9.609 unità).
L ’andamento negli anni
Nel comparto «Scuola» evidenziano ancora gli esperti del Mef, fino al 2010, si è osservata una contrazione in entrambi gli aggregati del personale stabile e dell’altro personale. A partire dal 2011 si assiste all’attenuarsi delle forti riduzioni registrate in precedenza, con un contenuto ampliamento del personale di ruolo ed un maggior ricorso al personale non di ruolo. Questi incrementi avvengono tuttavia in modo meno sostenuto delle riduzioni avute all’inizio periodo. Nel 2015 si registra un nuovo decremento del personale precario come diretta conseguenza dei processi di immissione in ruolo che hanno portato ad un aumento di oltre 56mila unità del personale stabile. Il minor ricorso al personale non di ruolo, fa notare il ministero dell’Economia, «è avvenuto per un numero di unità molto inferiore, circa 10mila». Tuttavia, evidenziano ancora dal Mef, «la consistenza del personale di questo comparto è legata all’andamento dell’anno scolastico, la cui ciclicità è impostata sul periodo settembre/agosto e non sull’anno solare. Ne consegue che nell’ambito del conto annuale occorrono più anni prima che siano completamente osservabili tutti gli effetti delle politiche sul personale».
Complessivamente, il totale dei rapporti di lavoro “flessibili” nella scuola, supplenti e tempi determinati e formazione lavoro, si attesta, nel 2015, a 142.247 unità: e quindi rappresenta il 15,1% del totale dei dipendenti a tempo indeterminato. La spesa per i precari, nel 2015, è stata di 478,7 milioni di euro. Una fetta di un sistema istruzione che costa all’Erario 40,1 miliardi di euro. E che ha un’età media sempre molto elevata: 51,8 anni per gli uomini, 50,4 per le donne (50,6 la media).
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Nel 2015 il personale «stabile» cresce di 56.085 unità, ma l’età media resta di 50,6 anni ultima modifica: 2017-01-20T06:32:55+01:00 da