di Rosalia Cimino, la Scuola Oggi, 22.4.2025.
A Modena una coppia di origine pakistana ha chiesto che la propria figlia di 11 anni potesse frequentare la scuola media indossando il niqab, il velo integrale che lascia scoperti solo gli occhi.
L’istanza è stata sottoposta all’associazione Time4Life, che offre consulenze legali gratuite alle famiglie immigrate. In mancanza di una normativa nazionale che vieti espressamente il velo integrale, il caso solleva questioni delicate sul bilanciamento tra libertà religiosa, diritti del minore e obblighi scolastici.
SOMMARIO
La richiesta dei genitori pakistani a Modena
I genitori della studentessa, residenti da anni nella provincia emiliana, hanno motivato la loro richiesta di concedere l’uso del niqab alla figlia, spiegando che la ragazza ha già avuto il ciclo mestruale e che in altre realtà italiane simili istanze erano state accolte.
I coniugi hanno citato come precedente la vicenda di un istituto superiore di Monfalcone, dove cinque studentesse hanno potuto indossare il niqab, monitorate in un locale riservato prima dell’inizio delle lezioni.
La famiglia ha quindi chiesto a Time4Life di intercedere presso l’istituto modenese per estendere tale prassi anche alla scuola media.
Posizione di Time4Life: diniego e motivazioni
L’associazione, rappresentata dall’avvocato modenese Elisa Fangareggi, ha però respinto la richiesta.
Secondo Time4Life, obbligare una bambina a frequentare le lezioni con il volto coperto lederebbe il suo diritto alla comunicazione e all’integrazione, poiché la socialità scolastica passa in gran parte dal linguaggio non verbale (espressioni facciali, sorriso, sguardo).
Inoltre, pur in assenza di un divieto specifico sul velo integrale, esiste un precetto di ordine pubblico che impedisce di celare totalmente il volto nei luoghi aperti al pubblico.
Contesto normativo e casi analoghi
In Italia non esistono leggi che nominino esplicitamente burqa o niqab, ma la legge 22 maggio 1975, n. 152 vieta qualsiasi mezzo che renda difficile l’identificazione della persona in luoghi pubblici.
Su questa base alcune amministrazioni locali hanno emesso ordinanze anti-velo integrale o anti–burkini.
Parallelamente, il Friuli Venezia Giulia ha approvato un progetto di legge nazionale per proibire il velo islamico nei luoghi pubblici, con multe e sanzioni per chi eserciti coercizione sulla libera scelta del velo.
Il caso di Monfalcone ha ricevuto l’attenzione del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, che ha sottolineato come, in assenza di una norma ad hoc, le scuole siano obbligate ad accogliere richieste basate sulla libertà religiosa.
«Senza una legge che vieti espressamente il burqa o il niqab, la scuola non poteva fare altro che assecondare la decisione della preside del Pertini», queste le parole del ministro dell’Istruzione e del Merito.
Prospettive di riforma e dibattito pubblico
Il dibattito sul velo integrale a scuola tocca nodi sensibili: da un lato la tutela dell’identità e della libertà religiosa, dall’altro il diritto dei minori a un ambiente educativo inclusivo e comunicativo.
L’eventuale approvazione di una legge nazionale sul velo islamico potrebbe chiarire le regole, ma rimane aperta la questione di come garantire al contempo i diritti della bambina e il rispetto delle diverse convinzioni culturali.
.
.
.
.
.
.
.
Niqab a scuola: il caso di Modena e il quadro normativo ultima modifica: 2025-04-22T10:46:23+02:00 da