Orizzonte Scuola, 21.9.2019
– Arriva il primo stop da parte di un membro della maggioranza –
“Cancellare merito e valutazione degli insegnanti è un errore.
Premiare il merito a scuola non solo è giusto, ma anche necessario se vogliamo far fare alla nostra istituzione un salto di qualità e quindi aiutare i nostri ragazzi ad avere una formazione al passo con i tempi. Ma si deve fare con proposte serie e realizzabili non con uscite estemporanee come la tassa delle bibite gassate che forse è suggestiva ma assai complicata da mettere in atto” così il deputato di Italia Viva, Gabriele Toccafondi, già sottotosegretario alla Pubblica Istruzione nei governi di Centrosinistra.
“Non dobbiamo mai dimenticare – spiega Toccafondi – che la scuola è fatta per i ragazzi e le nuove risorse che saranno destinate alla scuola dovranno migliorare la qualità dell’istruzione, la formazione e la selezione degli insegnanti, gli strumenti e le strutture, l’innovazione della didattica. Tutto deve migliorare la qualità della scuola perché così aiutiamo i ragazzi”.
“È facile dire: più soldi per tutti, ma non è semplice trovare le risorse necessarie – aggiunge Toccafondi – . E certo non serviranno proposte non studiate a fondo e utili più a cercarsi un titolo sui media che non a trovare soluzioni strutturali. Perché se è vero che occorre lavorare seriamente per aumentare la busta paga dei nostri insegnanti, come ad esempio fece il governo Renzi, è anche vero che c’è da fare attenzione alle proposte “fai da te” di tassare il chinotto, la crostata, o il volo low cost”.
“Il fondo per il merito di 200 milioni, che era stato creato nella riforma della scuola – spiega il deputato di Italia Viva – , certamente è da cambiare, migliorare, modificare soprattutto nella commissione che ne decide la ripartizione, ma non è da eliminare. Perché non è utile, proprio per la qualità della scuola fatta per i ragazzi, eliminare lo strumento e spalmarlo indistintamente su tutti i docenti. E non è giusto”.
“Non è utile e non è giusto – dice Toccafondi – per due motivi. Il primo “culturale”, chi frequenta una scuola vede che i docenti non sono uguali, ci sono quelli che al suono della campanella sono pronti ad uscire e quelli che chiudono la scuola a sera tardi, c’è chi fa la lezione e chi anche sportelli, progetti, iniziative, alternanza, visite… e lo fa per la crescita dei ragazzi. Tutte e due le categorie ricevono la stessa cifra. È giusto? Il secondo motivo è “pratico”. Un milione di docenti senza il “bonus merito” che adesso dopo i tagli degli ultimi mesi è di circa 150 milioni, si troverebbe in busta paga i soldi per un caffè alla settimana. Una cifra così esigua che risulterebbe offensiva per la professionalità e l’impegno di molti nostri docenti”.
“E’ per questi motivi – conclude Toccafondi – che spero che le proposte che andremo a discutere siano all’altezza della missione della scuola che è fatta, ricordiamocelo, per la crescita dei ragazzi”.
No a bonus merito in busta paga, arriva il primo stop da parte di un membro della maggioranza ultima modifica: 2019-09-21T18:27:46+02:00 da