Categorie: Riforma Notizie

Non solo la scuola rilancia il Sud

di Guido Trombetti, la Repubblica di Napoli, 22.7.2018

– Ho letto su un grande quotidiano un autorevole intervento sui ritardi del Mezzogiorno. Da dove ripartire per avviare un recupero? Dalla scuola la ricetta tout court. «La differenza fra le scuole del Nord-Est e quelle del Mezzogiorno è del 12 per cento. Il divario sale al 14 per cento per le competenze nelle scienze… È come se, a parità di apprendimento, i ragazzi del Sud andassero a scuola due anni meno di quelli del Nord. Come se uno studente di terza media del Sud avesse la stessa preparazione di uno di prima media al Nord. Non è colpa dei ragazzi del Sud ma di una scuola che non funziona e li fa partire svantaggiati rispetto ai loro coetanei nati al Nord o altrove in Europa. Certo, ci sono eccezioni straordinarie…».

Occorre una scuola aperta fino alle 18 e le vacanze estive devono essere molto più brevi. Occorre incidere sulla qualità e sulla sicurezza degli edifici scolastici. Temi che riecheggiano anche in un recente intervento su Repubblica. Occorre incidere sui contenuti dell’insegnamento. «Non solo e non tanto più nozioni… Soprattutto va insegnata quella che una volta di chiamava “educazione civica”». Come non essere d’accordo mi sono chiesto. In fondo lo hanno scritto e detto in tanti. Anch’io io tante volte.
Ma poi… poi mi sono ricordato di Leonardo Sciascia. E ho riaperto una pagina de Le parrocchie di Regalpetra.

«La pubblica istruzione! Obbligatoria e gratuita fino ai quattordici anni; come se i ragazzi cominciassero a mangiare soltanto dopo… Io parlo loro di quel che produce l’America e loro hanno freddo, hanno fame. Io dico del Risorgimento e loro hanno fame…».

Certamente il romanzo è un po’ datato. Oggi forse la fame è scongiurata. Ma davvero crediamo di poter parlare, ascoltati, del Risorgimento o di educazione civica a ragazzi che a casa hanno lasciato genitori disoccupati? Che non sono in grado di garantire loro il soddisfacimento di bisogni primari? Ragazzi che vivono in una famiglia dove in un anno non si acquista un solo libro?
Ecco mi sorge il dubbio che spezzettare il problema del Mezzogiorno in singoli temi per quanto rilevanti sia un errore (dal quale non sono stato immune nel passato).

Come ritenere che un intervento sulla scuola sia in re ipsa la panacea di tutti i mali. Trovo insomma superficiale un’analisi della questione meridionale che non tiene conto della realtà complessiva del Meridione. E si sofferma soltanto sulla scuola. Sostenere unicamente che bisogna dare “più scuola ai ragazzi del Sud” significa rifiutare un’analisi del “tutto”, della complessità. Si rischia di trasformare il problema della scuola al Sud in un alibi al sistema politico ed economico che non ha destinato al Sud interventi infrastrutturali. E vogliamo ricordare il tema della lotta alla criminalità che allontana dal Mezzogiorno gli investimenti produttivi? Buona parte degli insegnanti del Nord è meridionale. Dunque se lì formano ottimi studenti prima e ottimi cittadini-produttori-consumatori poi non è questione di didattica. La crisi purtroppo è globale.

Ed occorrono soluzioni globali. Una scuola, in astratto, perfetta serve a poco in un territorio dove non c’è lavoro. Salvo, paradossalmente, a costruire legioni di emigranti molto ben formati. Rovesciando quindi il risultato dell’investimento nella scuola su territori già prosperi. In un mondo globalizzato le aree marginali rischiano di esserlo sempre di più. Per le comunità agiate in fondo la scuola già funziona come è oggi. Per i giovani che hanno l’ombrello della professione di famiglia. O un master che li attende da Bologna in su. Paradossalmente investire nella scuola per questa categoria di persone è forse del tutto inutile. Sia chiaro non sarò mai io, uomo di scuola, a negare l’importanza di una scuola efficiente. E quindi a negare l’effetto negativo che hanno scuole fatiscenti e sgangherate. O la mancata attuazione dell’orario prolungato. Ma tale importanza rischia di essere avvolta in una nube retorica se non insiste su un territorio nel quale si produce e si lavora. Quindi insieme ad una scuola migliore occorrono per il Mezzogiorno investimenti ed idee produttive.

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Non solo la scuola rilancia il Sud ultima modifica: 2018-07-22T21:08:41+02:00 da
Gilda Venezia

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Gilda Venezia
Tags: Nord-Sud

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