di Reginaldo Palermo, Tecnica della scuola, 27.6.2025.
Il Consiglio non ha dato il via libera al testo proposto dalla Commissione Perla
ed anzi ha sottolineato più di una criticità.
Nella seduta del 27 giugno il CSPI si è espresso sul testo delle Nuove Indicazioni per infanzia e primo ciclo diffuso dal Ministero l’11 giugno scorso.
Complessivamente il Consiglio non ha dato il via libera al testo proposto dalla Commissione Perla ed anzi ha sottolineato più di una criticità.
Al momento del voto, anzi, Flc-Cgil e Uil-Scuola hanno espresso un parere del tutto contrario.
Secondo Uil Scuola “ogni revisione delle Indicazioni Nazionali per il curricolo dovrebbe partire dall’esperienza concreta delle scuole, dalle criticità riscontrate sul campo e dal coinvolgimento attivo di tutti i protagonisti della comunità scolastica: docenti, studenti, famiglie.
Le Nuove Indicazioni Nazionali 2025 nella loro seconda bozza, presentano un impianto culturale che desta forti preoccupazioni per il carattere ideologico, la parzialità di approccio e il mancato ascolto della comunità scolastica”.
Flc-Cgil, ritenendo che né i cambiamenti introdotti dalla Commissione né le proposte di emendamento suggerite dal CSPI modifichino l’impianto generale, ha confermato che “le criticità, già rilevate in sede di audizione, rendono il documento irricevibile”.
L’aspetto più rilevante – secondo il sindacato di Gianna Fracassi -è che dal testo “emerge un modello di scuola fondato sulla trasmissione di contenuti e sul principio di autorità, in evidente contraddizione con la tradizione della pedagogia e della scuola democratica”.
Flc-Cgil contesta anche il fatto che “in riferimento alle alunne e agli alunni provenienti da contesti migratori, il concetto di integrazione prevale rispetto a quello di inclusione e si concretizza nell’apprendimento della lingua italiana e nella conoscenza della storia del nostro Paese, secondo una non condivisibile logica assimilazionistica”.
Un tema sottolineato da tutti, anche da Cisl Scuola, riguarda la funzione orientativa delle Indicazioni Nazionali non devono trasformarsi in programmi prescrittivi.
Nel corso del dibattito che si è sviluppato nel CSPI è stato ribadito che è fondamentale rispettare le prerogative delle scuole autonome e la professionalità dei docenti, sia nella progettazione dei piani dell’offerta formativa sia nella gestione quotidiana della didattica.
Particolare enfasi – sottolinea ancora Cisl-Scuola – è stata data al concetto di “Comunità educante”, sottolineando il valore degli apprendimenti che avvengono anche al di fuori delle aule scolastiche. In questa direzione, il CSPI ha proposto di modificare una formulazione chiave del testo: da “la scuola è la sede principale per la trasmissione di conoscenze” a “la scuola è la sede principale per la co-costruzione degli apprendimenti”. Un cambiamento che mette al centro la partecipazione attiva, la collaborazione e l’interconnessione tra scuola e territorio.
Tra le osservazioni più rilevanti, il CSPI ha contestato anche la definizione del docente come Magister, ritenuta non rappresentativa della complessità del ruolo attuale.
Criticità anche nell’approccio alla disciplina di Storia, che rischia – secondo il parere formulato dal Consiglio – di essere interpretata come strumento di costruzione identitaria in senso nazionale, con un incipit potenzialmente polarizzante.
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Nuove Indicazioni nazionali 2025, il CSPI chiede diverse modifiche ultima modifica: 2025-06-28T04:26:28+02:00 da