Il ritorno del latino
Lo studio del latino (un’ora alla settimana in seconda e terza media) non sarà obbligatorio, ma servirà a “comunicare e rafforzare la consapevolezza della relazione storica che lega la lingua italiana a quella latina e a rendere evidente come il latino costituisca un’eredità condivisa e un elemento di continuità tra le diverse culture europee”. Certo, una giustificazione di questo tipo farebbe propendere per l’obbligatorietà dell’insegnamento. La questione resta aperta…
La grammatica
Secondo il documento una maggiore padronanza della grammatica è fondamentale non solo per “leggere, scrivere e fare di conto” ma anche perché può influire positivamente sul comportamento dei giovani: “Si deve trasmettere all’allievo, prima ancora delle regole, e assieme ad esse, il sentimento dell’importanza della correttezza linguistica e formale in contesti diversi – si legge a pagina 36 – Questa attenzione alla buona comunicazione si trasforma in maniera spontanea in un positivo autocontrollo che perdura per tutta la vita”.
Letteratura
Si deve basare su testi, ma non solo sui libri. Nella fascia dai 6 ai 10 anni possono essere utilizzati anche “fumetti, silent book, graphic novel, canzoni, brani di sceneggiatura, e in generale qualsiasi testo possa accendere negli studenti l’interesse e l’amore per la parola scritta” (pag. 37). Alle medie anche “l’epica classica, convenientemente semplificata (Omero più di Virgilio), la mitologia greca e orientale, le saghe nordiche, ma anche, se piacciono, i romanzi cavallereschi medievali e rinascimentali, dal ciclo di re Artù al Furioso di Ariosto, incoraggiando sempre il confronto con la loro resa teatrale, cinematografica, televisiva, fumettistica” (pag. 42).
Matematica
Lo studio della matematica serve anche a saper distinguere tra verità e fake news. “La matematica – si legge a pagina 90 – è un linguaggio formale capace di distinguere il vero dal falso. Il Teorema di Pitagora, ad esempio, era vero 2500 anni fa, è vero oggi e lo sarà per l’eternità. Abituare lo studente, e quindi il cittadino di domani, a ragionare e a distinguere fra vero e falso, è senza dubbio una delle competenze più rilevanti e attuali di questa disciplina, in una società come quella di oggi, basata sui social network, dove le notizie giungono senza filtri, se non manipolate”.
Intelligenza artificiale
Se ne prevede l’utilizzazione nella didattica, ma preservando il ruolo centrale degli insegnanti affinché ne venga fatto un uso consapevole e responsabile: “Gli insegnanti – si legge nel documento a pagina 12 – hanno il dovere di conoscere e capire le potenzialità della IA. E in aula di spiegare le logiche di funzionamento di dispositivi e piattaforme”. E ancora “L’IA offre certamente grandi opportunità per l’istruzione a condizione che il suo uso sia guidato da chiari principi etici. Per conseguire il suo pieno potenziale, essa dovrebbe essere integrata in un contesto in cui le dimensioni umane e sociali dell’apprendimento siano rafforzate e non ‘sostituite’ e in cui prevalga una mediazione chiaramente orchestrata dalla persona dell’insegnante”.
All’insegnamento della Storia, tema sul quale ha lavorato il team guidato da Ernesto Galli della Loggia, e che costituisce a nostro avviso l’architrave culturale delle nuove Indicazioni, riserviamo un approfondimento nella notizia seguente.
Tuttoscuola ospiterà sin dai prossimi giorni e nei mesi a venire un dibattito ampio, plurale, con approfondimenti e analisi, partito tempestivamente con il seminario a Didacta il 14 marzo, con interventi di Carmela Palumbo e Italo Fiorin.
Tuttoscuola ospiterà sin dai prossimi giorni e nei mesi a venire un dibattito ampio, plurale, con approfondimenti e analisi, partito tempestivamente con il seminario a Didacta il 14 marzo, con interventi di Carmela Palumbo e Italo Fiorin.
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Nuove Indicazioni Nazionali. Il testo in sintesi
ultima modifica: 2025-03-17T05:26:51+01:00
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