Nuove indicazioni primaria, scontro sull’insegnamento della storia

di Reginaldo Palermo, La Tecnica della scuola, 9.2.2025.

Nuove indicazioni primaria, alcune proposte sembrano tratte dai programmi del 1934, spazzate via già nel 1945.

Gilda Venezia

Sulle nuove indicazioni per l’insegnamento della storia nella scuola primaria il dibattito è sempre più vivace; a “scontrarsi” sono visioni pedagogiche diverse (ma probabilmente anche idee diverse della stessa storia e non a caso un folto gruppo di storici ha firmato un appello che sta raccogliendo consensi nel web).
Per capire qualcosa di più della questione siamo andati indietro nel tempo ed ecco cosa abbiamo trovato.

Partiamo dai programmi del 1934, quando si iniziava a studiare la storia in terza elementare.
Il programma prevedeva: “Gli eroi della storia d’Italia, dal 1848 ai giorni nostri. Lettura di proclami, lettere e ricordi di condottieri e di maturi”.
In classe quarta si passava alle “figure più rappresentative della storia romana, dalla fondazione di Roma alla caduta dell’Impero. Letture e visioni dei ricordi e monumenti di Roma. Guerrieri, Santi, scienziati e artisti italiani nel medioevo e nell’inizio dell’età moderna”.
In quinta si concludeva con le “grandi scoperte scientifiche di italiani, figure eminenti della storia italiana nel periodo delle dominazioni straniere, storia del Risorgimento, della Grande Guerra e della Rivoluzione Fascista”.
Al netto del riferimento alla “rivoluzione fascista” si tratta più o meno delle stesse proposte di cui abbiamo sentito parlare in queste settimane.

Il clima cambia completamente con i Programmi del 1945 che vennero approvati esattamente 80 anni fa con un decreto luogotenenziale del 9 febbraio.
Programmi che erano stati fatti redigere da Carleton Washburne, pedagogista statunitense e alto ufficiale dell’esercito alleato in Italia.
Si inizia già in prima e seconda con “osservazione delle più vecchie abitazioni del luogo. Confronto con case di costruzione moderna. Utensili, strumenti di lavoro, mezzi di trasporto moderni. Osservazione di indumenti del passato, specialmente tradizionali (costumi popolari locali). Indumenti moderni. Età dei genitori e dei nonni”.

L’idea, come faceva osservare il pedagogista Francesco De Bartolomeis in un volumetto di commento a quei programmi, si fondava sulla necessità di avere “programmi molto più sensibili alle necessità costruttive sperimentali del fanciullo” in modo da suggerire “un insegnamento che non strappi il fanciullo dal suo mondo familiare ma ve lo immerga di più perché possa prendere coscienza di particolarità di esso che prima ignorava”
In classe terza si passava a “miti e leggende dell’antico Egitto, della Grecia, di Roma” ma anche a “osservazione di interessanti illustrazioni sulla vita sociale ed economica dei popoli dei principali Stati del mondo (ad esempio Inghilterra, Russia, Francia, Germania per l’Europa; Stati Uniti e Brasile per l’America; India, Cina, Giappone per l’Asia; Confederazione australiana; Africa settentrionale in genere, il mondo arabo, Egitto e Unione sud africana per l’Africa)”.
In classe quarta si prevedeva di studiare la diffusione del Cristianesimo oltre che“avvenimenti fondamentali e aspetti caratteristici del Medioevo e del Rinascimento”.
In classe quinta si concludeva con “fatti principali dell’Età moderna dopo il Rinascimento in rapporto alla storia d’Italia; narrazione dei principali avvenimenti del Rinascimento fino ai nostri giorni, con riferimento alle condizioni economiche e sociali del popolo italiano”, senza trascurare “letture storico-geografiche sullo sviluppo sociale ed economico e sulle condizioni attuali di vita dei principali Stati del mondo”.

“Come si vede – osservava ancora De Bartolomeis più di 70 anni fa – si insiste sulla necessità di una visione complessiva della vita dei popoli perché la conoscenza dei fatti storici e dei dati geografici ed economico-sociali riguardanti l’Italia non resti isolata e non si presti a interpretazioni false ed arbitrarie ma sia equilibrata, obiettiva, realistica”.

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Nuove indicazioni primaria, scontro sull’insegnamento della storia ultima modifica: 2025-02-10T03:35:29+01:00 da
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