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Nuovo ministro dell’Istruzione, non cambierà il canovaccio

dal blog di Gianfranco Scialpi, 2.10.2022.

Nuovo ministro per l’Istruzione, attesa per il nuovo nome. Esiste già una lista di papabili. Il canovaccio però non cambierà.

Nuovo ministro dell’Istruzione, la scuola attende?

Nuovo ministro dell’Istruzione. Ogni volta che cambia il Governo si crea un clima di attesa. Si attende di conoscere il nuovo inquilino di Via Trastevere. La sensazione, però è che questa attesa sia prodotta più dai siti scolastici, mentre la percezione tra gli operatori della scuola si possa declinare nell’indifferenza.
Di nomi ne girano diversi: A. M. Bernini, V. Aprea, L. Ronzulli. I potenziali candidati provengono tutti da Forza Italia e comunque con scarsa competenza scolastica, ad eccezione della seconda, che però non frequenta la scuola dal 1994 (28 anni).
Occorre ricordare che nel 2008  questa componente politica (Popolo delle Libertà) espresse M.Gelmini, che con la complicità di G. Tremonti, diede origine a una delle peggiori e devastanti riforme della scuola. Furono prelevati forzatamente otto miliardi di € dal sistema formativo. L’operazione fu possibile grazie all’innalzamento di un punto in percentuale del numero degli alunni per classe, al licenziamento di quasi 90.000 docenti, all’abolizione del modello modulare nella scuola primaria…

Cambia il Ministro, il canovaccio, però resta invariato

Fra qualche settimana conosceremo il nuovo responsabile dell’Istruzione. Il dicastero non ha un particolare peso politico. La conferma proviene dall’attenzione che i massmedia rivolgono alla composizione del probabile governo-Meloni. Molta importanza al Mef, a quello degli Interni, della Giustizia…
Quindi non attendiamoci un nominativo di peso, competente in materia scolastica e soprattutto autonomo nella sua azione.
Il nuovo responsabile dell’istruzione, infatti ha il percorso già segnato e dettato dalle politiche scolastiche degli ultimi trent’anni. Queste sono state fortemente condizionate dal nuovo verbo del finanzcapitalismo (L. Gallino), iniziate nel 1993 (D.L.vo 29/93), proseguite con la Carta dei Servizi (1995) e con l’autonomia scolastica (L.59/97 e D.P.R.275/99). Grazie a questi provvedimenti la scuola è stata colonizzata dal nuovo lessico finanziario. Alcuni esempi: ottimizzazione, efficacia, efficienza, Piano dell’offerta formativa… Questo cambio culturale ha reso possibili la Riforma Gelmini, Renzi-Giannini (L.107/15), il decreto 36/22, mettendo in soffitta il concetto di comunità scolastica, sostituita da un insieme disaggregato di monadi senza finestre (D. Fusaro), portatori di interessi personali.
Occorre, infine aggiungere che da molto tempo il vero Ministro dell’istruzione è il responsabile del Mef.  Quindi pochissime sono le speranze che qualcosa cambi per la scuola.

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Nuovo ministro dell’Istruzione, non cambierà il canovaccio ultima modifica: 2022-10-02T14:15:38+02:00 da

Gilda Venezia

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