Notte prima della mail: così gli insegnanti precari aspettano l’assunzione a tempo indeterminato

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di Salvo Intravaia  la Repubblica,  31.8.2015.  

Scatta a mezzanotte del 2 settembre la fase B della Buona scuola. L’attesa dei docenti, che rischiano di finire in una qualsiasi provincia italiana

“Ansia, incubo, paura”. Ma anche rabbia e senso di incomprensione. Ecco le parole d’ordine di queste ore dei precari della scuola, che si preparano alla “notte prima della mail”. Parafrasando il titolo di una canzone, migliaia di supplenti delle graduatorie ad esaurimento e idonei all’ultimo concorso stanno vivendo in queste ore le stesse sensazioni descritte dal motivo  –  Notte prima degli esami  –  che Antonello Venditti dedicò tanti anni fa alle ansie dei maturandi.
Tra qualche ora  –  alle 00:01 di mercoledì 2 settembre  –  scatterà la fase B del Piano straordinario di assunzioni previsto dalla Buona scuola di Renzi e in migliaia troveranno nella posta elettronica una mail con la sede  –  in una qualsiasi provincia italiana  –  dove verranno chiamati ad assumere servizio a tempo indeterminato.
Soltanto coloro che entro l’8 settembre riusciranno a beccare una supplenza nella propria provincia potranno rinviare il lungo viaggio fino al 30 giugno 2016. Sede che dovranno comunque raggiungere dal giorno successivo: il primo luglio 2016. Una occasione che aspettavano da anni. Ma che stanno vivendo con trepidazione e mille dubbi. “Cosa faccio se mi mandano a centinaia di chilometri da casa? Come faccio a lasciare la mia famiglia?”.  “Devo accettare subito o posso aspettare una eventuale supplenza? E se la supplenza non arriva devo recarmi subito sul posto?”.
Sono queste le domande che attanagliano migliaia di supplenti, alle prese col prendere o lasciare della Buona scuola, in queste ore di vigilia. Alcuni preferiscono invece vivere la vigilia con filosofia: si raduneranno a casa di uno di loro e attenderanno in gruppo che il cervellone ministeriale dia loro il responso. Le reazioni a quella che si presenta come una vera e propria novità  –  l’assegnazione online della sede in ambito nazionale  –  sono le più disparate.
Ma l’ansia per una sede a migliaia di chilometri di distanza da casa che potrebbe cambiare la vita di tanti precari si tocca con mano. Maria di Palermo racconta di “notti di incubi e risvegli” e di “giornate trascorse a consultate siti”. “L’attesa della famosa notte è colma di ansia e preoccupazione sia per la destinazione sia per la paura di non ricevere la mail. Ma non vediamo l’ora  –  ammette  –  che giunga la mail per terminare questa attesa e incominciare concretamente a capire quale sarà il nostro futuro. É una notte molto importante che cambierà la vita  –  spiega  –  di tanti e certamente cuore e mano tremeranno al momento dell’apertura della posta. Ecco perché fra colleghi ormai amici attenderemo insieme o con le famiglie. Insomma, notte sveglia in attesa di un nuovo capodanno”.
Ansie che stanno vivendo tutti, da Sud  –  dove è previsto l’esodo verso il settentrione  –  a Nord, dove il rischio di trasferirsi di regione è ugualmente concreto. Annalisa di Sondrio è in lizza per un posto di tedesco al superiore. “Preferisco non pensarci, spero di scampare la fase B. E poi si vedrà”. “Purtroppo  –  racconta  –  non ci sono certezze di alcun genere perché il ministero non ha pubblicato le disponibilità sulle singole classi di concorso. Aspetterò la mail davanti al computer con i miei familiari e spero francamente di non essere nominata in questa fase”. Parla di estate “complicata” trascorsa “senza nessuna serenità” Giuseppe, 57 anni di Ancona, che se verrà nominato raggiungerà la sede assegnata dovunque essa sia. “Sono precario da quasi trent’anni  –  dice  –  e ho figli laureati. La cosa che ci fa arrabbiare è che un algoritmo debba decidere la vita delle persone”.
“E che  –  continua Giuseppe  –  l’immissione in ruolo si debba trasformare quasi in una punizione per i precari e che debba coinvolgere tutta la famiglia. Penso abbiano sottovalutato le ricadute”. A spiegare esattamente lo stato d’animo dei precari meridionali è invece Monica, giovane supplente trentatreenne di Storia e Filosofia che abita a Catanzaro. “Non ci dormo la notte da settimane: se mi nominano devo lasciare la famiglia e i miei due bambini piccoli. Ho già insegnato come supplente al Nord e ho capito che non ci volevo stare. Se avessi voluto entrare di ruolo  –  spiega Monica  –  avrei fatto domanda al Nord già qualche anno fa come tanti miei colleghi. Non ci voleva Renzi per convincermi. Essere costretta a trasferirsi è sgradevole perché se giorno due mi arriverà la fatidica sede in un’altra regione non potò fare altro fare le valigie e partire. Il ruolo l’ho sempre sognato, ma non a queste condizioni”.

Notte prima della mail: così gli insegnanti precari aspettano l’assunzione a tempo indeterminato ultima modifica: 2015-09-01T04:10:59+02:00 da
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