Categorie: Supplenti

Per insegnare all’asilo

di Concita De Gregorio, Repubblica blog, Invece Concita, 1.8.2017

– Grazie ad Alessandra Cionco.

Alessandra si è laureata in Scienze della Formazione Primaria, la sua passione è insegnare ai bambini. Mi scrive la storia “di una laurea che vale meno di un diploma”: le disparità che le nuove leggi hanno creato fra vecchi e nuovi aspiranti all’insegnamento. Alessandra, in chiusura, parla di “scelte motivate” e di “ripieghi”.

“Nel 2002, dopo anni di dibattiti sulla formazione dei docenti, i nostri politici decisero che per insegnare nella Scuola dell’Infanzia e nella Primaria (il vecchio asilo e la scuola elementare) non fosse più sufficiente il diploma magistrale e fu dunque istituito un corso di laurea preposto esclusivamente alla formazione dei nuovi insegnanti, che coniugasse l’attività pratica alle ultime conoscenza teoriche in ambito didattico/pedagogico”.

“Si chiama Scienze della Formazione Primaria, un corso di laurea inizialmente strutturato in quattro anni (il quinto integrabile), trasformato poi in cinque anni accademici, accessibile previo superamento di un test d’ingresso che permette l’iscrizione a un numero di studenti prestabilito sulla base del fabbisogno nazionale annuo. La maggior parte degli esami sono affiancati da laboratori di approfondimento delle discipline, un peso significativo viene riservato alla lingua inglese e alle nuove metodologie e tecnologie didattiche”.

“Dopo più di dieci anni e migliaia di ricorsi giudiziari ai diplomati magistrali entro l’anno 2000/2001 è stato riconosciuto il diploma come abilitante all’insegnamento, portando di fatto ad una totale equiparazione tra laurea e diploma. Ma le richieste dei diplomati non si sono fermate e, sempre tramite ricorso, hanno voluto (e in alcuni casi ottenuto) di accedere alle GAE, le graduatorie che concedono il ruolo immediato, senza sottoporsi a concorso; beffando sia chi ha conseguito la laurea in Scienze della Formazione Primaria, sia chi, con un diploma magistrale si era precedentemente sottoposto a concorso per ottenere il ruolo”.

“In tutto ciò ci sono casi e casi: moltissimi diplomati magistrali in questi anni hanno accettato supplenze in tutta Italia, portando così avanti il sistema scolastico nazionale. Loro hanno sicuramente acquisito negli anni quelle competenze necessarie per affrontare il mestiere dell’insegnante, vanno dunque distinti da chi fino a ieri faceva tutt’altro ed ha riscoperto, solo quando l’abilitazione gli è stata letteralmente servita su di un piatto d’argento, l’antica vocazione per l’insegnamento!”.

“Il paradosso di tutta questa vicenda sta nel fatto che, qualora i diplomati magistrali venissero inseriti nelle tanto agognate GAE, i laureati in Scienze della Formazione Primaria risulteranno in una posizione sfavorevole dal punto di vista lavorativo, perché verranno convocati prima i diplomati e solo quando si esaurirà la loro presenza in graduatoria, potranno sperare in una convocazione”.

“I laureati non chiedono agevolazioni, il loro auspicio è quello di poter combattere ad armi pari attraverso un concorso pubblico o un qualsiasi altro canale di reclutamento che valuti il merito! Oggi mi trovo nella situazione di non poter scrivere un finale a questa vicenda, ma sento il dovere di far comprendere alla società l’importanza della scuola come istituzione e capisco di poter riuscire nell’intento solo dimostrando che la professione dell’insegnante non è un ripiego, ma un a scelta motivata e consapevole!”.

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Per insegnare all’asilo ultima modifica: 2017-08-02T04:55:38+02:00 da
Gilda Venezia

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