Perché i trasferimenti non sono un complotto

Pasquale Almirante,  La Tecnica della scuola  11.8.2016

– Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera cerca di spiegare i motivi per i quali i trasferimenti richiesti ai docenti del Sud per il Nord non sono poi una sadica scelta del Ministro ma una precisa necessità imposta dal fatto che non si possono trasferire gli studenti del Nord al Sud.

Numeri implacabili, scrive il giornalista: 8 insegnanti su 10 sono del Mezzogiorno però lì c’è solo un terzo delle cattedre disponibili. Non per un oscuro complotto anti meridionalista: perché gli alunni delle «primarie» e delle scuole di I° grado sono oggi mezzo milione in meno di vent’anni fa.

Risultato: la scuola italiana è sbilanciata e il Sud subisce da tempo un’emorragia demografica, con la conseguenza di avere meno studenti e quindi meno classi attivate e quindi ancora meno personale docente.

Nel ‘97-‘98, ad esempio, gli iscritti meridionali alle materne, alle elementari e alle medie erano 2.032.338 cioè il 46,6% del totale nazionale. Quest’anno 1.586.589, pari al 37,5%. Quasi mezzo milione, come dicevamo, in meno. Contro un aumento parallelo di 320.809 alunni al Nord. Di qua +14%, di là -22%. Va da sé che l’equilibrio domanda e offerta ne è uscito stravolto.

I docenti meridionali sono 30.692 ma i posti a disposizione al Sud sono 14.192; i docenti  in più nel Mezzogiorno sono complessivamente 16.500, quelli che mancano al Centro-Nord 17.628. Di qua quasi il 67% in meno, di là quasi il 54% di troppo. Con addirittura un picco del 64,3% di insegnanti in eccesso in Sicilia. La quale copre da sola oltre un terzo dei docenti costretti ad andarsene dalla propria regione.

E è vero, sottolinea Stella,  che, in cambio del posto fisso, viene chiesto a molte persone non più giovani, dopo anni di supplenza, con figli e famiglie radicate, un sacrificio pesante, ma le urla contro «la deportazione coatta», i lamenti per «una misura indecente e inaccettabile», le denunce degli «esiti nefasti della mobilità nella scuola», gli appelli contro «l’esodo biblico», sono esasperazioni che si rifiutano di tener conto di un dato di fatto: non potendo spostare scuole e studenti, devono spostarsi i docenti.

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Perché i trasferimenti non sono un complotto ultima modifica: 2016-08-11T11:14:59+02:00 da
Gilda Venezia

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