Lucio Ficara, La Tecnica della scuola, 6.8.2017
– Alcune lettere che ci giungono in redazione, sollevano il dubbio su un utilizzo punitivo dei posti di potenziamento.
Se la docente X è contestata dai genitori e diventa un problema gestirla da parte del dirigente scolastico, secondo l’opinione di alcuni insegnanti, questa docente rischia di essere spostata per punizione su posto di potenziamento.
In buona sostanza esisterebbe il problema, noto negli ambienti scolastici, che i docenti non allineati rischiamo di perdere la continuità didattica nelle classi e nel peggiore dei casi di essere spostati su potenziamento.
Il potenziamento utilizzato come refugium peccatorum, ovvero un luogo in cui parcheggiare i docenti problematici?
Tuttavia il DS non può utilizzare l’assegnazione del docente al potenziamento come se fosse un provvedimento punitivo, infatti è utile sapere che la legge 107/2015 ha introdotto l’organico dell’autonomia per allargare l’organico di diritto con quello di potenziamento, con lo scopo principale di consentire una migliore organizzazione del lavoro per progettare e coordinare.
È utile ricordare che ai sensi del comma 68 della legge 107/2015, già a decorrere dall’anno scolastico 2016/2017, con decreto del dirigente preposto all’ufficio scolastico regionale, l’organico dell’autonomia è ripartito tra gli ambiti territoriali.
L’organico dell’autonomia comprende l’organico di diritto e i posti per il potenziamento, l’organizzazione, la progettazione e il coordinamento, incluso il fabbisogno per i progetti e le convenzioni di particolare rilevanza didattica e culturale espresso da reti di scuole o per progetti di valore nazionale.
Quindi appare chiaro a tutti il fatto che non esiste più la differenziazione tra organico di diritto e posti di potenziamento, ma si considera unicamente l’organico dell’autonomia.
Questo significa che il dirigente scolastico potrà decidere, nel rispetto dei criteri indicati dal consiglio d’istituto, in che modo assegnare un docente alle classi o all’organico di potenziamento.
In buona sostanza con i trasferimenti, le immissioni in ruolo, le utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie, si assegneranno tutti i docenti alle scuole a partire dal primo settembre 2017, ma soltanto a questo punto il Ds potrà decidere, nel rispetto dei criteri deliberati dal consiglio d’istituto, quali saranno i docenti ad avere le classi e quali invece saranno impegnati in altre funzioni didattiche. Per cui a finire nelle cattedre di organico potenziato, non è detto che siano i docenti appena arrivati, ma potrebbero anche essere gli insegnanti che da anni sono titolari nella scuola. Appare evidente che tale assegnazione dei docenti ai posti, da parte del dirigente scolastico, non potrà essere un atto punitivo o sanzionatorio, dovrà essere supportato con motivazioni riferibili ai criteri stabiliti dagli organi collegiali.
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Posti di potenziamento, utilizzati per punire i docenti indesiderati? ultima modifica: 2017-08-06T17:48:25+02:00 da