Precariato, i sindacati rappresentativi critici: i concorsi non bastano. C’è chi chiede doppio canale e chi un piano straordinario di assunzioni anche per gli idonei 2020. Le posizioni.
Si è svolta, giorno 7 ottobre, una informativa al Ministero circa la situazione delle assunzioni dei docenti e del personale ATA per l’attuale anno scolastico. Durante l’incontro sono stati forniti dal Ministero i dati delle immissioni in ruolo, nonché lo stato dell’arte relativamente ai concorsi a cattedra. I sindacati sono rimasti critici sul lavoro svolto, evidenziando il numero di precari ancora utilizzati sia per quanto riguarda i docenti che gli ATA.
FLCGIL: oltre il 30% del personale ATA è precario
È molto caustica la segretaria generale della FLC CGIL Gianna Fracassi:“Dall’informativa – protesta la sindacalista – emerge una clamorosa conferma di quanto stiamo denunciando in ogni sede e in ogni circostanza. I contratti a termine rilevati a settembre sono già 182 mila, di cui 121 mila di sostegno. Le assunzioni effettuate dopo 2 concorsi PNRR hanno lasciato scoperte 23.200 cattedre, oltre il 40 per cento dei posti utilizzabili. La conferma dei supplenti di sostegno da parte delle famiglie ha riguardato solo il 24 per cento dei posti, dati ben lontani dalla garanzia della continuità didattica. Oltre il 30 per cento del personale ATA è precario e il numero è destinato a crescere ulteriormente dal momento che il Ministero assume solo sui posti lasciati liberi dai pensionamenti senza prendere in considerazione tutti i posti che si liberano per altri motivi. I dati sul numero dei contratti a termine ATA sono stati omessi dall’informativa sindacale e il ministro Valditara, invece di assumere su tutti posti vacanti, parla di riforma del reclutamento”. Per la dirigente sindacale, la proposta è irricevibile: “bisogna innanzi tutto immettere in ruolo le decine di migliaia di lavoratori che attendono da anni la stabilizzazione lavorativa”. La FLC si dice pronta a tutelare “in ogni sede, politica sindacale giudiziaria, i diritti di chi lavora per la scuola in condizioni rese sempre più drammatiche dall’abuso di contratti precari”
ANIEF: doppio canale di reclutamento
Per Marcello Pacifico, presidente di Anief, “va bene bandire nuovi concorsi ma non dimentichiamo il doppio canale di reclutamento. Ci è stato reso il quadro delle immissioni in ruolo, ci sono state fornite le tabelle, residuano 14.000 posti che saranno coperti dalle graduatorie del Pnrr2. Come sindacato abbiamo segnalato che non verranno coperti tutti, ci sono graduatorie già esaurite. Abbiamo anche ricordato l’importanza di utilizzare il doppio canale di reclutamento”.
UIL: piano straordinario di assunzioni
“Ancora una volta i numeri diffusi dal Ministero dell’Istruzione e del Merito certificano che la scuola italiana si regge sulla precarietà”. Così Giuseppe D’Aprile, Segretario generale UIL Scuola Rua, a margine della riunione avvenuta in sede di informativa con le organizzazioni sindacali, nel corso della quale il Ministero dell’Istruzione ha annunciato che la Commissione Europea ha avviato la procedura di infrazione nei confronti del nostro Paese perché il Governo continua ad abusare della stipula di contratti precari, invece di assumere in pianta stabile il personale Amministrativo Tecnico e Ausiliario (ATA) della scuola.
“Al 24 settembre – precisa D’Aprile – risultano 182.641 contratti a tempo determinato tra posti comuni e di sostegno, di cui 76.100 sul sostegno e 44.926 conferme su scelta delle famiglie. È una cifra enorme, che fotografa una realtà ormai strutturale, dove il lavoro precario è diventato la regola”. Il sindacalista non stacca lo sguardo dalla tabella con i numeri. “Sul fronte delle assunzioni a tempo indeterminato – spiega – le cose non vanno meglio: dei 48.504 posti autorizzati dal decreto ministeriale per le immissioni in ruolo, a fronte di 52.885 posti vacanti per l’anno scolastico 2025/26, al 24 settembre risultano 29.685 docenti assunti a tempo indeterminato, con la possibilità di assumere altri 4.403 entro il 31 dicembre 2025. I docenti assunti tramite le procedure PNRR sono 18.566, mentre gli idonei al concorso 2020 sono 1.821. Per gli insegnanti di religione cattolica (IRC) le assunzioni a tempo indeterminato si fermano a 6.022 unità”.
È un sistema di reclutamento che evidenzia tutti i suoi limiti e che logora i nostri insegnanti e indebolisce la qualità dell’insegnamento: è questo il parere di D’Aprile ma è anche il filo conduttore che anima le prese di posizioni delle varie forze sindacali. La convinzione è che occorra al più presto liberarsi della zavorra rappresentata dall’eccessivo ricorso ai contratti a tempo determinato, anche sul sostegno, che sviliscono in maniera evidente la qualità dell’offerta formativa e quella degli apprendimenti ma anche la dignità professionale ed economica dei docenti: “Non si può più sostenere il ricorso continuo alle supplenze – sottolinea la Uil – Serve un piano straordinario di assunzioni, il pieno utilizzo delle graduatorie esistenti, comprese quelle degli idonei, e l’apertura delle GPS come ulteriore canale di accesso al ruolo. È tempo di trasformare l’organico di fatto in organico di diritto, mettendo fine a una gestione emergenziale che si ripete ogni anno”.
CISL: i concorsi non bastano
“Con il succedersi dei concorsi per esami banditi a raffica – spiega la Cisl Scuola – rimane confermato il fatto che che non si copre tutto il fabbisogno. Certo, quest’anno è andata molto meglio ma resta scoperto il 40 per cento dei posti. Chiediamo dunque di avere un doppio canale di reclutamento assumendo da graduatorie e su questo andrebbe bene anche il sistema delle GPS. È un esperimento che ha dimostrato di funzionare e dunque può essere esteso anche al di là del sostegno. Il sistema del doppio canale inaugurato anni orsono da Mattarella per noi è un sistema che concettualmente e praticamente regge perché valorizza il lavoro precario e restituisce dignità a gente che con il proprio lavoro consente ogni anno alla scuola di funzionare. Sono anni che lo stiamo facendo e ora pare che il disegno di legge vada in questa direzione, vedremo, però la nostra posizione è netta: noi chiediamo che si assumano tutti gli idonei poiché non ha senso non utilizzare insegnanti che hanno superato i concorsi. Dopo di che occorre puntare per avere strutturalmente e non in maniera provvisoria personale assunto dalle Gps. “
GILDA: assunzioni coprono a malapena i pensionamenti
“Dai numeri – commenta Antonio Antonazzo, del sindacato Gilda – viene fuor che sui 48.000 posti oltre comuni e quelli di sostegno risultano ad oggi immessi in ruolo meno di 30.000 fatte e che entro il 31 dicembre ci saranno al massimo altri 4.000, quindi ancora una volta, siamo di fronte a un numero di assunzioni inferiori di 14 mila unità rispetto a quanto previsto, anche rispetto ad altri anni la copertura è migliore. Questo vuol dire che il sistema non funziona e va rivisto, non è possibile che ogni anno ci sia un numero di assunzioni in ruolo inferiore rispetto a quanto il Mef autorizza”.
Antonazzo precisa che la Gilda ha “chiesto che questi 14 mila non vengano dispersi ma siano utilizzabili per l’assunzione degli idonei 2020”. Risultato raggiungibile? “Abbiamo chiesto che ci diano tutte le informazioni e valutiamo su come intervenire”. Anche Gilda segnala le attuali 200.000 “e questo sta a significare – dice Antonazzo che per altri versi rilancia la necessità di attuare il doppio canale – che il contingente dato dal governo non solo non viene coperto ma copre a malapena i pensionamenti. In questo modo i precari aumenteranno in continuazione e ci ritroveremo nuovamente con le sanzioni della Ue. Occorrerebbe cambiare le regole, trasformando almeno gran parte dell’organico di fatto in organico di diritto per potere aumentare la platea e incidere sulla riduzione del precariato in modo che in cinque, sei anni si possa arrivare a un numero di precari fisiologico e non a un 25 per cento sul totale del personale docente”. Quindi assumere dall’organico di fatto ridurrebbe il numero dei precari nel mondo della scuola.
Altri temi
In sede di informativa con le organizzazioni sindacali le organizzazioni sindacali presenti hanno trattato altri temi. “Tutti – segala Antonazzo della Gilda – abbiamo sottolineato che il disallineamento tra l’università e le istituzioni scolastiche creano diverse problematiche soprattutto per quanto concerne la fruizione delle 150 ore per il diritto allo studio che, con iscrizioni fatte a gennaio, non consentirebbero agli interessati di poterne usufruire malgrado il percorso abilitanti sia obbligatorio per legge. Abbiamo proposto di consentire loro di poter fare una domanda con riserva per il diritto allo studio o di riservare una quota di posti destinata agli interessati ma, viste le perplessità dell’amministrazione riguardo alla fattibilità di tali proposte, abbiamo chiesto che vengano individuate delle soluzioni che possano garantire ai vincitori di concorso di poter completare il loro iter che porta alla stabilizzazione”.
Quanto alla situazione dei percorsi INDIRE avviati questa estate, “anche in questo caso l’intenzione è di finire entro il 31 dicembre e dalla rilevazione effettuata, questo termine dovrebbe essere confermato”. Per quanto concerne i numeri, ai percorsi universitari per i triennalisti avviati dalle università in convenzione con l’INDIRE, si sono iscritti complessivamente 8.160 docenti, mentre l’INDIRE ha avviato autonomamente 4.997 corsi per un totale di 13.137 iscritti. Per quanto concerne invece i percorsi riservati a chi ha conseguito un titolo estero, le iscrizioni sono state complessivamente 5.929. “Sulla partenza di un eventuale secondo ciclo INDIRE – aggiunge il sindacalista della Gilda – l’amministrazione non si è espressa anche perché si sta discutendo in parlamento di introdurre alcune novità relative a questa procedura”.
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