Giorgio Ragazzini, Il Gruppo di Firenze, 5.10.2016
– Nelle linee guida della Buona scuola del settembre 2014 si trovava per fortuna anche una critica severa di come era stato in genere dispensato l’aggiornamento dei docenti. Occasioni formative “troppo spesso frontali, poco efficaci e in genere non partecipate”, dove è mancato quasi sempre “un confronto interattivo”. Si sarebbe dovuta favorire la definizione a livello di ciascuna scuola dei programmi formativi, senza più calarli dall’alto. Vanno superati, si aggiungeva, gli “approcci formativi a base teorica” e valorizzata la “forma esperienziale tra colleghi”. In un post del 2 ottobre di quell’anno, scrivemmo che si trattava di “asserzioni non molto lontane da quanto abbiamo sostenuto in più occasioni: la base dell’aggiornamento (senza escludere altre forme e apporti) deve essere il confronto di idee e di esperienze tra colleghi con il metodo seminariale, cioè tra pari, e nascere dalle loro reali esigenze”.
Nel piano nazionale presentato ieri dalla ministra Giannini, si conferma che i programmi di aggiornamento a livello di istituto dovranno basarsi sulle esigenze formative espresse dai singoli; però, a quanto riferiscono i giornali, nulla si dice su uno strumento fondamentale da rendere operativo in tutte le scuole, che è per l’appunto il lavoro seminariale. Finora gli insegnanti sono stati spesso trattati come le oche da ingrassare in vista del fois gras: ingozzandoli di teorie confezionate nel ministero e nel para-ministero: università, case editrici, sindacati. “Saranno finanziate le migliori start up della formazione”, si annuncia. Ma se l’aggiornamento, con i dovuti criteri di serietà, le scuole volessero almeno in parte autogestirlo con le risorse interne, non verrà considerato valido? Sarebbe invece l’ora di riconoscere che esiste anche nella scuola, e non solo nelle agenzie formative, una ricchezza inesplorata di esperienze positive, stili di insegnamento, competenze; e che la maggioranza degli insegnanti ha qualcosa di utile da condividere con i colleghi. Solo docenti valorizzati nel loro essere esperti di insegnamento potranno ritrovare le motivazioni necessarie ad assolvere il loro compito.
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Presentato il Piano nazionale per l’aggiornamento. Ma gli insegnanti dovranno solo apprendere? ultima modifica: 2016-10-07T06:09:06+02:00 da