Gianluca Rapisarda, La Tecnica della scuola 11.2.2017
Ebbene, è mio piacere informarvi e per questo li ringrazio sentitamente, che il “preziosissimo” Gruppo di lavoro OSI (Osservatorio siti Internet) dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti, coordinato da Vincenzo Zoccano e con la responsabilità operativa di Massimiliano Martines, recependo immediatamente le richieste dell’I.Ri.Fo.R., effettuerà in questi giorni i primi test di verifica di accessibilità della “card del docente” e dello SPID.
Presto vi documenteremo e daremo conto dei risultati di tali “primi controlli del gruppo OSI dell’UICI ma, con questo articolo, vogliamo preliminarmente precisare che il discorso dell’accessibilità del web ai disabili visivi non dipende solo dalla corretta programmazione e scrittura del sito Internet, ma le variabili che si frappongono possono essere molteplici.
Infatti, come è noto, oggi la tecnologia è in costante mutamento, fondamentalmente per due ordini di ragioni: la prima è legata alla sicurezza intrinseca, che necessita di un aggiornamento continuo, la seconda è legata all’uso di soluzioni sempre nuove ed efficaci, in cui il focus della progettazione si sta spostando verso il mondo del mobile sia esso tablet che smartphone.
Ed ovviamente, tale “vorticoso” cambiamento tecnologico non sta risparmiando neppure la disabilità.
Ne consegue che anche le tecnologie assistive per i minorati della vista (sintesi vocale o screen reader in primis) e la formazione al loro utilizzo devono essere costantemente adeguate, e da ciò non si può prescindere.
Ciò significa che, con il web di oggi, non è più pensabile utilizzare screen readers datati ma è indispensabile usare loro versioni molto recenti ed “updated”.
Solo per fare un esempio, con lo sviluppo dei siti in HTML 5 e un PC con Windows 10, si deve usare Jaws (sintesi vocale più frequente ed adoperata dai ciechi e dagli ipovedenti) dalla versione 17 in poi, ossia le più recenti.
Qquanto sopra specificato, deve essere considerata una “condicio sine qua non” per i disabili visivi, al fine di poter utilizzare in maniera corretta le applicazioni web oggi presenti sul mercato, ivi incluso il servizio SPID.
Per assurdo, i siti delle Pubbliche Amministrazioni(come ad esempio il nuovo Portale della “card del docente”) potrebbero essere “fruibili ed usabili” dai disabili visivi, ma risultare loro inaccessibili, se essi non sono in possesso di softwares e sintesi vocali aggiornati e di “ultima generazione”.
Va chiarito, inoltre, che loS PID è solo un sistema di riconoscimento per l’accesso ad altri servizi della Pubblica Amministrazione, i quali devono comunque essere accessibili. In caso contrario lo SPID non potrà essere mai utilizzato dagli insegnanti ciechi ed ipovedenti.
Tornando ai test di verifica di accessibilità dello SPID connesso alla nuova “carta del prof”, gli amici del gruppo OSI dell’Unione Italiana dei Ciechi e degliIpovedenti intendono seguire le due diverse seguenti fasi:
Fase 1: Alcuni ragazzi del gruppo OSI effettueranno una richiesta di SPID (in alcuni casi anche a pagamento). Quindi verrà prodotto un report in cui saranno indicate le problematiche emerse.
Questa procedura potrebbe essere un punto di partenza, ma si tenga conto che la modalità di richiesta differisce in rapporto all’erogatore del servizio che si sceglie.
Al riguardo, si suggerisce di consultare questo sito: http://www.spid.gov.it/richiedi-spid
Infine, sulla scorta dei risultati ottenuti, sarà necessario attivare un tavolo di lavoro con le quattro aziende che erogano questo servizio (Poste Italiane, Infocert,Tim e Sielt ID).
Durante questa prima fase dei controlli, bisognerà tenere conto dei tempi dell’evasione della richiesta dell’attribuzione dell’Identità Digitale (non conforme per tutti i quattro fornitori) ma, da essa, il gruppo OSI potrà avere certamente un primo imput tecnico da cui partire al fine di gestire un approfondimento con i quattro gestori.
Fase 2: La convocazione di un tavolo tecnico tra l’Unione Italiana dei ciechi e degli Ipovedenti con l’Amministrazione scolastica ed i quattro fornitori di servizio SPID, a cui dovranno essere spiegati gli obiettivi di “accessibilità dell’UICI, nell’unico e superiore interesse degli utenti disabili visivi.
Infatti, solo una fattiva sinergia, un confronto costante ed una continua e costruttiva collaborazione tra la P.A. e le associazioni di e per persone con disabilità può far si che le soluzioni adottate sul tema dell’accessibilità anche digitale, da episodiche ed emergenziali, diventino finalmente strutturali, permanenti e, soprattutto, “for all”.
Direttore scientifico I.Ri.Fo.R.