di Claudia Voltattorni, Il Corriere della Sera 17.2.2016
– Rembado, presidente dell’Associazione nazionale presidi: «A questo punto annulliamo le gite». E al Righi di Roma i ragazzi maggiorenni partono senza accompagnatori
«Responsabilità e rischi»
Mancava solo questo agli insegnanti in gita, già gravati 24 ore su 24 da una responsabilità di ragazzini pronti a tutto. Puro volontariato, tra l’altro: i professori che viaggiano con gli studenti non ricevono un euro in più per il loro lavoro, e perciò ormai è sempre più difficile trovarne di disponibili a partire. «Quando parti – racconta Ermelina Ravelli, dirigente degli istituti Capirola (Leon, Brescia) e Bonsignori (Remedello, Brescia), 2800 studenti da gestire ogni giorno – hai sempre il terrore che con i ragazzi possa succedere qualcosa, i rischi sono tanti, e certo, ora non possiamo fare anche i guardiani delle altre aziende». Però, lei prima di ogni gita, quando c’è la gara di appalto per scegliere al ditta di trasporti che accompagnerà gli studenti, «ci facciamo fare un’autocertificazione che ci dica che tutto è in regola, una sorta di liberatoria a monte ancora prima di dare l’incarico». Se poi qualcosa non funzione, «io segnalo all’agenzia che ha organizzato il viaggio». Come quella volta in cui «un insegnante ha fotografato l’autista che guidava e intanto parlava al cellulare: lo abbiamo subito denunciato».
«Aboliamo le gite»
La circolare del Miur indigna molto Giorgio Rembado (e tanti altri dirigenti scolastici), presidente dell’Associazione nazionale presidi che azzarda: «Allora eliminiamo le gite: già i docenti di notte devono diventare dei vigilantes, ora di giorno devono controllare autisti e gomme? E allora, chi controlla i ragazzi?». L’abolizione delle gite non è una semplice provocazione però: «Gli studenti di oggi hanno tante occasioni di viaggio, molto più di una volta, tra scambi all’estero, Erasmus, alternanza scuola-lavoro, perciò la gita diventa obsoleta, eliminarla del tutto mi sembra solo buon senso». Resta la soluzione del liceo Righi di Roma: gli studenti 18enni delle quinte partono, ma i prof restano a casa.