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Prodi sulla formazione tecnica: un dramma italiano

Tuttoscuola,  18.11.2015.  
Le proposte della Associazione Treellle e della Fondazione Rocca
sul rilancio dell’istruzione tecnica presentate a Milano nella sede della Regione Lombardia

La crisi degli istituti tecnici e la mancanza di un forte sistema di istruzione tecnica superiore rischiano di condannare l’Italia al declino anche nel settore manifatturiero, dove pure vanta una tradizione importante. Si tratta di un autentico “dramma italiano”, che si sta consumando senza che ve ne sia consapevolezza, soprattutto a livello politico. Non usa mezzi termini l’ex presidente del Consiglio e della UE, Romano Prodi, presente questa mattina al convegno di presentazione del Rapporto “Scuola, università e lavoro: di nuovo insieme”, promosso a Milano, nella sede della Regione Lombardia, dalla Associazione Treellle e dalla Fondazione Rocca.

Il breve quanto efficace intervento di Prodi (non previsto dal programma dell’evento) si è posto per toni e contenuti in forte contrasto con il clima un po’ ovattato nel quale si stava svolgendo il convegno. Se sul piano tecnico si è registrata una larga convergenza tra i diversi relatori, è solo nelle parole di Prodi che si è colto davvero un forte richiamo all’urgenza delle decisioni da prendere in materia. Prima fra tutte quella di creare in Italia “7 o 8 scuole tecniche superiori sul modello delle Fachhochschulen tedesche”, e quindi fuori delle Università, facendo evolvere eventualmente in tale direzione alcuni degli attuali ITS, troppo piccoli e fragili (4000 studenti a sette anni dalla istituzione) per determinare quella svolta radicale di cui ci sarebbe impellente bisogno.

Queste in sintesi le proposte di Treellle–Rocca presentate al convegno, al quale è intervenuto anche il sottosegretario Davide Faraone.

1. Per l’Istruzione Tecnica Secondaria: rendere sistematica la collaborazione tra scuola e mondo del lavoro

– Realizzare un Piano nazionale per l’alternativa scuola-lavoro ( per concretizzare l’obiettivo delle 400 ore di alternanza per tutti gli Istituti Tecnici)

– Istituire Comitati Nazionali di Settore (comprendenti le Parti Sociali) per monitorare e aggiornare periodicamente gli standard ed i diplomi rilasciati dall’Istruzione Tecnica

– Rafforzare l’autonomia gestionale degli istituti Tecnici introducendo uno statuto speciale che garantisca specificità di gestione e flessibilità amministrativa

– Aumentare e rendere effettiva la quota di autonomia curricolare su tutto il quinquennio, operando anche sulla flessibilità delle opzioni

– Promuovere lo sviluppo dei Poli tecnico-professionali di settore per facilitare la messa in comune di progettazioni e risorse tra scuole ed imprese della stessa filiera

2. Per l’Istruzione Tecnica Superiore breve: sviluppare ed articolare l’offerta formativa con nuovi percorsi, universitari e non universitari

– Qualificare e rafforzare l’offerta formativa biennale degli Istituti Tecnici Superiori (ITS) semplificandone la governance e impegnando nuove significative risorse finanziarie da parte del MIUR ( vedi raccomandazioni, parte III del Quaderno);

– Introdurre nelle attuali Università – ma con una governance autonoma – una nuova offerta formativa biennale, sul modello degli IUT francesi, denominata Istituto Universitario Professionale  (IUP);

– Prevedere nel medio-lungo periodo la nascita di un canale terziario professionalizzante alternativo e distinto dall’Università (come prima ipotesi potrebbe chiamarsi Alta Scuola di Tecnologia) che offra lauree triennali sul modello delle SUP svizzere e delle Fachochschulen tedesche.

In conclusione, per Attilio Oliva, Presidente di Treellle, la proposta chiave del Rapporto è: che l’Istruzione tecnica è una buona formazione per i giovani, che è necessaria per le imprese e il mondo del lavoro e che è strategica per la competitività del paese. Mentre Gianfelice Rocca conclude che “Per realizzare una buona offerta di istruzione tecnica (a livello secondario e terziario) è necessario che il sistema connetta maggiormente scuola, università e mondo del lavoro”.

Prodi sulla formazione tecnica: un dramma italiano ultima modifica: 2015-11-18T22:33:27+01:00 da
Gilda Venezia

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