– Per questo Anp sta valutando di proporre un inasprimento delle pene nei confronti degli aggressori. Data la gravità dei fatti l’Associazione nazionale dirigenti pubblici e alte professionalità della scuola, inizierà a costituirsi come parte civile nei procedimenti contro gli aggressori.
[Bugiardino. “pene più dure”?! sì, ok, in via provvisoria, è un po’ come mettere un secchio più grande se cade acqua dal piano di sopra. perché se la causa è una tubatura rotta, occorre chiamare l’idraulico e ripararla. le aggressioni ai docenti sono una CONSEGUENZA, la causa va cercata nella diffusione del super-buonismo nel sistema scolastico che promuove e perdona tutti e le cui responsabilità vanno ricercate anche al Miur e fra i presidi-DS. v.p.]

Prof aggrediti, la reazione dei presidi: pene più dure,
saremo parte civile. Bussetti: ricreare serenità a scuola

Il ministro: solidarietà agli aggrediti, sono atti da condannare sempre duramente. Ma serve recuperare rapporto con le famiglie

Il Corriere della Sera,15 giugno 2018
La solidarietà del ministro Bussetti

Giannelli ricorda che dall’inizio dell’anno sono stati 34 gli episodi denunciati di violenza nei confronti dei presidi e dei professori nelle scuole italiane di ogni grado. Da Cosenza a Roma, da Padova a Milano. In molti casi si è trattato di aggressioni fisiche con conseguenze. Sul tema che sta assumendo i caratteri di una vera e propria emergenza è intervenuto anche il nuovo ministro Marco Bussetti, che invece ha invitato a cercare di ricreare un clima positivo nelle scuole: «Le aggressioni nei confronti dei docenti, del personale della scuola tutto, sono atti da condannare sempre duramente. Non posso che essere vicino a chi le riceve. Credo sia un’esperienza devastante. Per chi la subisce e per chi assiste a questi atti che avvengono all’interno di un luogo che è di formazione ed educazione. Davanti a tutto questo vogliamo reagire e lavorare per ricreare un clima di serenità, per mettere la scuola in condizione di concentrarsi maggiormente sulla gestione del rapporto con le famiglie, di adottare metodi di recupero. E possiamo farlo solo migliorando l’educazione civica e restituendo tempo e spazio al mondo della scuola affinché possa perseguire il suo obiettivo principale: il successo formativo».

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