Supplenze

Prof anti-Covid non licenziabili

di Carlo Forte,  ItaliaOggi 20.10.2020.

È ufficiale: cancellato il licenziamento per giusta causa. Primi effetti in Campania.

È ufficiale: i docenti anti-Covid non saranno licenziati in caso di lockdown. Ma i presidi ne hanno chiesti pochi e ne hanno assunti pochissimi (impossibile avere dati ufficiali) dei 50mila previsti dal governo. Perché se si assentano non ci sono soldi per sostituirli e con l’emergenza sanitaria in atto, che impone il distanziamento, non si può nemmeno disporre la distribuzione degli alunni della classe scoperta un po’ per parte in altre classi. Finora, quindi, i dirigenti scolastici hanno utilizzato i fondi per il cosiddetto organico Covid per assumere prevalentemente collaboratori scolastici. E per farlo hanno dovuto vincere anche le resistenze dei diretti interessati, preoccupati dalla prospettiva di essere licenziati per giusta causa in caso di lockdown. Questo ulteriore problema, però, è stato definitivamente rimosso dal legislatore. Sulla Gazzetta Ufficiale del 13 ottobre scorso, infatti, è stata pubblicata la legge di conversione (126/2000) del decreto-legge 104/2020 (cosiddetto decreto Agosto). Il dispositivo contiene una modifica alla norma che prevedeva il licenziamento per giusta causa dei docenti e degli Ata anti-Covid in caso di lockdown (si veda l’articolo 231-bis, comma 1, lettera b) del decreto-legge 34/2020). Modifica che consiste nella sostituzione del licenziamento con la previsione dello smart working in caso di lockdown.

Il testo attualmente vigente dell’articolo 231-bis dispone infatti che «in caso di sospensione delle attività didattiche in presenza a seguito dell’emergenza epidemiologica il personale di cui al periodo precedente (docenti e Ata anti-Covid n.d.r.) assicura le prestazioni con le modalità del lavoro agile». In buona sostanza, dunque, le nuove disposizioni equiparano il trattamento del personale anti-Covid a quello del restante personale a tempo determinato: in caso di chiusura delle scuole per Covid, i docenti e Ata lavoreranno in smart working. La modifica era stata già approvata al senato: si tratta del cosiddetto emendamento De Petris, dal nome della senatrice di Liberi e Uguali, Loredana De Petris, che ne è la prima firmataria (39.2 nuovo testo). E dopo l’approvazione definitiva anche alla camera, la legge di conversione del decreto agosto è stata pubblicata in Gazzetta e dispiega già effetti. Appena in tempo per evitare il licenziamento dei docenti e degli Ata anti-Covid della Campania. Che dopo la chiusura delle scuole disposta dal presidente della regione, Vincenzo De Luca, con l’ordinanza 79 del 15 ottobre scorso, sarebbero andati incontro al licenziamento «per giusta causa» previsto dalla precedente stesura dell’articolo 231-bis del decreto 34. A questa misura, peraltro, è stata data pronta attuazione dal ministero dell’istruzione con l’ordinanza 83/2020 (si veda l’articolo 3, comma 2). Va detto subito, però, che secondo quanto risulta a Italia Oggi, le 50mila nuove assunzioni ipotizzate dal ministero dell’istruzione sono rimaste in massima parte solo sulla carta.

I dirigenti scolastici, infatti, si sono limitati ad assumere solo poche migliaia di collaboratori scolastici e qualche centinaio di docenti in tutta Italia. Ciò non si deve all’inerzia dei capi d’istituto: il motivo è dovuto essenzialmente al fatto che le assunzioni anti-Covid non comportano un incremento dell’organico. Pertanto, qualora un docente anti-Covid dovesse assentarsi, il dirigente scolastico si troverebbe nella impossibilità materiale di assumere un supplente. In pratica non si tratta di nuovi posti e cattedre, ma di soldi in più. Pertanto, una volta esaurito il budget con l’assunzione, non ci sono altri soldi per pagare il supplente in caso di assenza del titolare. La questione è stata spiegata a chiare lettere e con una nota ufficiale dal direttore generale dell’ufficio scolastico per il Piemonte Fabrizio Manca. Che si è spinto fino a minacciare sanzioni nei confronti dei dirigenti scolastici piemontesi che non dovessero rispettare il budget (si veda la nota 11306 del 28 settembre scorso).

Insomma, la misura dell’organico Covid, finora, si è rivelata un autentico flop. Tanto più che molti aspiranti docenti e Ata, contattati dalle scuole per l’assunzione, hanno rifiutato le nomine proprio nel timore di andare incontro al licenziamento per giusta causa. Che preclude anche la possibilità di partecipare ai concorsi. È probabile, dunque, che la maggioranza abbia fatto passare l’emendamento De Petris anche nel tentativo di rendere più appetibile le nomine sul cosiddetto organico Covid. Perlomeno rimuovendo il deterrente del licenziamento per giusta causa, che rende particolarmente difficoltoso il reperimento dei precari da assumere. Resta il fatto, però, che questa nuova misura, pur rendendo più agevole il reperimento di docenti e Ata da assumere sull’organico Covid, non risolve il problema della inesistenza di fondi utili a garantire le eventuali sostituzioni. Il problema si pone in modo particolare per i docenti. E ciò spiega la più che comprensibile riluttanza dei dirigenti scolastici ad assumere docenti con la prospettiva di gravi complicazioni organizzative in caso di assenze.

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Prof anti-Covid non licenziabili ultima modifica: 2020-10-20T08:36:10+02:00 da
Gilda Venezia

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