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5/10 Forza Italia / Lega
Sono i pilastri del centro-destra (con Fratelli d’Italia e Noi con L’Italia) ma crepe importanti fra i due maggiori partiti dell’alleanza si aprono su Europa, pensioni, vincoli di deficit e misure anti-debito. Sul fisco delle persone l’etichetta è comune, e punta sulla Flat Tax, ma le declinazioni pratiche diverse, mentre maggiore sintonia si incontra sulle tasse da abbattere per le imprese (Irap in primis). Rilancio della parità effettiva pubblico-privato e dell’edilizia scolastica sono punti in comune nel capitolo scuola e l’attenzione su Pmi e accesso al credito accomuna Fi e Lega sulle imprese. La vicinanza è massima invece sull’immigrazione, e in fatto di riforme costituzionali l’elezione diretta del presidente della Repubblica mette d’accordo entrambi.
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6/10 Movimento 5 Stelle / Forza Italia
Fi ed M5S sono opposte per storia e parole d’ordine e in effetti nulla li accomuna sul deficit (vincolo del 3% da rispettare per Fi, da sforare per M5S), debito (da abbattere con privatizzazioni e avanzo per Fi, solo con la crescita per M5S) e più in generale sull’atteggiamento verso l’Europa, dove FI si avvicina a Merkel e M5S vagheggia uscite dall’euro. Ma punti di contatto non mancano sulle riforme costituzionali, a partire dal vincolo di mandato da abolire, e sulle pensioni, dove sia Berlusconi sia M5S hanno virato verso proposte di intervento più morbide rispetto ai progetti iniziali. Sul fisco M5S propone tre aliquote con benefici soprattutto per i redditi più bassi, con un’impostazione diversa rispetto alla tassa piatta di Fi.
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7/10 Forza Italia / Liberi e Uguali
La collocazione su fronti opposti si fa sentire quasi su ogni tema. Il fisco, per esempio, pone Fi e Leu agli antipodi: la prima propone un’aliquota, Leu chiede di aumentarne il numero per garantire più progressività. Sul lavoro l’idea di Leu di reintrodurre l’articolo 18 nella versione pre-Fornero non trova ovviamente sponde in Forza Italia, e anche su immigrazione e sicurezza le tesi sono opposte. Diverso è lo scenario sulle pensioni, dove la frenata di Berlusconi non rende incompatibile la proposta con le richieste di Leu di interrompere gli adeguamenti automatici dei requisiti all’aspettativa di vita. Sulle riforme istituzionali l’unica convergenza è la proposta di riduzione del numero di parlamentari (che accomuna tutti i partiti).
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8/10 Movimento 5 Stelle / Lega
Il superamento del 3% nel rapporto deficit/Pil per finanziare misure pro-crescita, e per questa via abbattere il debito, è il tratto comune più evidente fra M5S e Lega, che di fatto elaborano un’impostazione non troppo diversa sul rapporto con l’Europa (più dichiaratamente anti-euro la Lega, meno il M5S dopo gli «aggiustamenti» delle posizioni iniziali). L’attenzione alle piccole imprese e alle produzioni nazionali traccia linee convergenti anche sull’industria, come l’attacco al Jobs Act accomuna le posizioni sul lavoro. Abolizione del vincolo di mandato e tagli di parlamentari tornano nelle riforme costituzionali di entrambi, e anche sull’immigrazione l’accusa ai «business sui migranti» offre qualche terreno comune.
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9/10 Lega / Liberi e Uguali
Destra e sinistra faticano ovviamente a incontrarsi sulla maggioranza dei temi. Ma le distanze si accorciano sulla critica all’assetto attuale dell’Europa e dell’Unione monetaria, che si traducono in ipotesi di allargamento delle maglie su deficit e debito (Leu chiede di svincolare gli investimenti) per finanziare misure pro-crescita. Le distanze si allargano invece al massimo su fisco, immigrazione e sicurezza. Sulle tasse, la Lega spinge la proposta più «audace» di tassa piatta, Leu propone al contrario il programma più articolato di aliquote (per non parlare delle ricette opposte sull’evasione). Anche sulle riforme costituzionali pochi punti sovrapponibili, con la solita eccezione del taglio al numero di parlamentari.
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10/10 Movimento 5 Stelle / Liberi e Uguali
È con i Cinque Stelle che Liberi e Uguali incontra i possibili aspetti di convergenza più frequenti, a partire dalla ridiscussione dell’«austerità» in Europa e dei suoi effetti sull’economia reale. Sul fisco il quadro è articolato: l’esigenza di progressività è alla base di entrambe le ricette sull’Irpef, che pure si traducono in proposte diverse fra loro, mentre la direzione è opposta sugli interventi anti-evasione, su cui M5S chiede di abolire molti strumenti di controllo giudicati «oppressivi». Su lavoro e scuola le richieste di cancellare Jobs Act e riforma del 2015 trovano praticamente gli stessi accenti nei programmi dei due partiti. Minore la sintonia su immigrazione e riforme costituzionali.
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