Quale futuro per l’insegnante di sostegno?

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di Rosalba Miceli,  La Stampa 13.11.2015.

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Il sistema scolastico italiano è considerate, presso l’Agenzia europea per i Bisogni educativi speciali e l’educazione inclusiva e presso gli organismi internazionali di riferimento, all’avanguardia nel mondo in tema di inclusione. Lo Stato italiano ha abolito – primo fra tutti, sin dal 1971 – le classi speciali, ed è tuttora lo Stato che investe di più nella scuola inclusiva.

In origine, con la L.517/77, l’integrazione a favore degli alunni “portatori di handicaps” (art.2) doveva essere attuata attraverso la prestazione di “insegnanti specializzati”. Tale compito doveva essere affidato a personale di ruolo con preparazione specifica e percorso formativo più complesso rispetto ai colleghi curricolari. Nel corso degli anni è stata abbandonata la definizione di “docente specializzato” a favore di “docente di sostegno”. Riguardo alla formazione, i corsi di specializzazione sul sostegno sono cambiati, in durata e contenuti, nel tempo. Negli ultimi anni, i bandi universitari per la specializzazione sul sostegno prevedono un anno accademico di studio, a cui accedono, previa selezione su base regionale, docenti già abilitati nella propria disciplina.

Ma quale futuro si delinea oggi per l’insegnante di sostegno? Il dibattito suscitato dalla proposta dell’Onorevole Davide Faraone, sottosegretario del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e Ricerca, Norme per migliorare la qualità dell’inclusione scolastica degli alunni con disabilità e altri Bisogni educativi speciali (delega al Governo sul sostegno prevista dalla Buona Scuola) si fa ogni giorno più acceso. Se molte delle proposte contenute nella bozza del decreto delegato – la maggiore attenzione alla prospettiva del Progetto di vita, la riflessione sull’evoluzione della diagnosi funzionale, l’aumento dei crediti universitari nella formazione iniziale dei docenti di scuola secondaria, la formazione continua in servizio, i livelli essenziali delle prestazioni scolastiche per l’integrazione, gli indicatori di qualità – sono largamente condivise da coloro che, nel corso di questi anni, hanno lavorato per promuovere un’inclusione di qualità, altre proposte fanno invece emergere punti di vista diversi.

Un aspetto particolarmente dibattuto riguarda la separazione della formazione universitaria e delle carriere tra docenti curriculari e di sostegno. Ciò, per alcuni, condurrebbe a incoraggiare il meccanismo di delega dei docenti curriculari a quelli per il sostegno, fenomeno già noto e purtroppo frequente, che il pedagogista Dario Ianes definisce “degenerativo dell’integrazione” (Dario Ianes,L’evoluzione dell’insegnante di sostegno. Verso una didattica inclusiva, Erickson, nuova edizione, 2015) mentre, per altri (principalmente le associazioni dei famigliari) sarebbe il modo più idoneo a potenziare le competenze sia degli insegnanti curriculari che di quelli specializzati per il sostegno, favorendo la continuità nella relazione tra l’insegnante di sostegno e l’alunno con disabilità.

Questi temi saranno al centro della Tavola Rotonda «Iperspecializzazione dell’insegnante di sostegno. Una buona via per la Qualità dell’integrazione?» (Palacongressi di Rimini, 14 novembre 2015), prevista nell’ambito del Convegno internazionale «La Qualità dell’integrazione scolastica e sociale», promosso dal Centro Studi Erickson di Trento. La Tavola Rotonda – a cui è stato invitato l’Onorevole Davide Faraone – sarà l’occasione per riflettere sulla riforma del sostegno che interessa circa 120.000 insegnanti e quasi 230.000 studenti con disabilità ed avanzare, ove possibile, proposte alternative rispetto al documento del Governo, dando voce alla pluralità di posizioni che provengono dal mondo della scuola e dalle Associazioni del settore. Il coordinamento è affidato a Luigi Guerra (Università di Bologna). Interverranno: Daniela Boscolo (insegnante istituto tecnico, specializzata per il sostegno, inserita, di recente, dalla Varkey Foundation, nella lista dei 50 migliori insegnanti al mondo), Alessandra Cenerini (Presidente ADI), Evelina Chiocca (Presidente CIIS), Lucio Cottini (Presidente SIPeS), Gianfranco de Robertis (ANFFAS Onlus nazionale), Giuseppe Desideri (Presidente AIMC), Vincenzo Falabella (Presidente FISH), Paolo Fasce (insegnante di matematica, specializzato per il sostegno), Giulia Giani (insegnante di lettere e latino, specializzata per il sostegno), Dario Ianes (Libera Università di Bolzano e co-fondatore Edizioni Centro Studi Erickson, Trento), Paolino Marotta (Presidente ANDIS), Salvatore Nocera (Osservatorio scolastico AIPD) .

Quale futuro per l’insegnante di sostegno? ultima modifica: 2015-11-14T06:33:10+01:00 da
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